Il Vaticano e l’olocausto in Itala
Susan Zuccotti
Il Vaticano e l’olocausto in Italia
BRUNO MONDADORI EDITORE, Milano, 2000, pagine 373, euro 24,79
Come trasformare un testo storico pieno di riferimenti anticlericali in un testo filoclericale? Basta darlo a questa casa editrice e il gioco è fatto. Invece di mettere in copertina le foto degli ebrei obbligati ai lavori forzati a pochi passi dal Vaticano, si rispolvera la trita foto di Pio XII che si reca a consolare i bombardati di Roma. Che c’entra questo con l’Olocausto in Italia? Evidentemente nul1a ma serve allo scopo di mimetizzare il contenuto reale del testo e ad ingannare il lettore frettoloso.
La realtà è che questo testo rappresenta un vero e proprio atto di accusa contro il Vaticano: si parte dai famigerati articoli antisemiti della rivista gesuita “Civiltà Cattolica” per passare ai silenzi di Pio XI sia sulle leggi razziali che sul lavoro coatto degli ebrei di Roma. Questo papa ebbe però almeno il merito di far preparare un enciclica antirazzista che invece fu trascurata dal suo successore. Anzi, l’autrice rileva un nesso temporale evidente fra la morte di Pio XI, nel febbraio del 1939, l’invasione nazista della Cecoslovacchia, nel marzo dello stesso anno, e l’occupazione di Tirana da parte fascista in aprile. Quasi che i nazifascisti aspettassero l’elezione di un papa loro favorevole per scatenarsi in giro per l’ Europa, sicuri del suo silenzio connivente.
Già nel 1942 a Roma si sapeva tutto sull’Olocausto e si citava una frase di Mussolini a proposito degli ebrei secondo cui i nazisti “li stanno facendo emigrare… all’altro mondo”, ma Pio XII si limitò sempre a vaghi appelli generici all’ interno di discorsi su altri argomenti. Nemmeno quando furono deportati gli ebrei del ghetto di Roma il papa ritenne opportuno spendere una sola parola per loro: 896 donne e bambini finirono sui carri bestiame alla stazione Tiburtina nel più totale silenzio della santa sede. Il Vaticano non riuscì nemmeno a far rilasciare gli ebrei convertiti al cattolicesimo, figuriamoci gli altri. I 236 rilasciati erano non ebrei arrestati per sbaglio, ebrei cittadini di paesi neutrali, figli di matrimoni misti e simili.
Per gli ebrei veri e propri non ci fu speranza e morirono quasi tutti. Il Vaticano sapeva benissimo quale orribile destino attendeva questi poveri disgraziati ma lasciò fare come pure non disse nulla quando polizia e carabinieri italiani parteciparono alla cattura degli ebrei. Nessuna disposizione fu data ai cappellani militari affinché boicottassero tali azioni criminose tramite un’azione di convincimento verso i loro assistiti in divisa. L’autrice scrive di ben 605 ebrei arrestati non dai nazifascisti ma dalle forze dell’ordine italiane.
La verità è che questo testo conferma le secolari propensioni omicide del cattolicesimo romano, sempre in cerca di un “braccio secolare” che eliminasse i suoi nemici. I nazisti si proponevano di eliminare ebrei e comunisti e quindi la chiesa li favorì in ogni maniera coprendone le mostruose efferatezze, salvo poi salvarli dalla giusta punizione favorendone la fuga all’estero.
Piero Marazzani, settembre 2003