Bugie di sangue in Vaticano
Discepoli di verità
Bugie di sangue in Vaticano
(Il triplice delitto della Guardia Svizzera)
Kaos Edizioni, Milano, 1999, pagine 209, lire 28.000
Siamo in presenza di un crimine clerical-militarista che presenta tutte le caratteristiche di una strage di Stato, anzi di stati poiché anche il governo e lo stato maggiore elvetico potrebbero essere coinvolti.
Dal testo emergono numerose contraddizioni, omissioni, superficialità, silenzi di chi ha condotto l’inchiesta su questa strage che ha un precedente similare nel 1959, sotto il papato di Giovanni XXIII, quando un caporale, vallesano come Cedric, spara al suo comandante, lucernese come Esterman, ferendolo gravemente con ben 4 colpi di pistola per poi tentare il suicidio. Il disperato tentativo però fallisce perché la pistola si inceppa: lo sparatore è quindi immobilizzato e internato in un manicomio criminale svizzero.
Questo precedente evidenzia una delle principali contraddizioni della tesi del raptus di Cedric: perché mai Cedric sarebbe andato a sparare a Esterman a casa sua coinvolgendo l’innocente moglie e non, come è logico ed è appunto già avvenuto, aspenttandolo nel suo ufficio?
Le altre evidenti contraddizioni sono le seguenti:
- un folle in preda ad un raptus non scrive lettere ai familiari poco prima di compiere gesti irreparabili. E poi come mai in questa lettera non cita i suoi due fratelli?
- se il Vaticano non ha niente da nascondere perché la polizia italiana è stata cacciata?
- vi pare plausibile che il neo-comandante Esterman riceva nel salotto di casa sua un caporale di truppa?
- se il Vaticano non ha niente da nascondere perché intima alla madre di Cedric di tacere e non accetta di svelare ai suoi avvocati tutti i documenti dell’inchiesta e i nomi dei testimoni?
Il vero movente della strage non sta nel fantasioso raptus di Cedric ma in una durissima lotta tra fazioni clericali interne al Vaticano con coinvolgimento, almeno indiretto, della chiesa svizzera e del governo di questo Paese in merito all’elezione del nuovo comandante! Infatti la Guardia Svizzera era rimasta senza comandante per più di un anno, fatto mai accaduto prima nella lunga storia del corpo, proprio perché non vi era accordo sul nominativo.
Il testo ci illustra tutti i motivi che ostacolavano la nomina di Esterman, prima di tutto la sua appartenenza all’Opus Dei, la quale già detiene troppo potere in Vaticano suscitando rancori e gelosie.
Vi sono poi alcuni preoccupanti “scheletri nell’armadio” come le misteriose scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi sparite nell’83 e mai più ritrovate: Emanuela era figlia di un usciere del Vaticano e Mirella era la sua amica del cuore cui confidava tutti i suoi segreti. Tali sparizioni provano l’esistenza di un clima di insicurezza e di omertà in Vaticano, in cui non mancano personaggi capaci delle azioni più efferate.
Il rosario regalato da Giovanni Paolo II alla madre di Cedric mi ricorda l’analogo rosario che Pio XI diede alla vedova di Matteotti, che inutilmente si fece ricevere in Vaticano per riavere la salma del marito. Allora come oggi il Vaticano preferisce sempre la ragion di Stato allo spirito di giustizia verso i defunti.
Piero Marazzani, aprile 2000