R.

Opere in I edizione nel 2013

Michele Mancino, Giovanni Romeo

Clero criminale

(L’onore della Chiesa e i delitti degli ecclesiastici nell’Italia della Controriforma)

Laterza Editore, Roma-Bari, 2013, pagine 237, euro 22,00

Il testo ribadisce con un’amplissima documentazione che, pur di difendere ad oltranza l’immagine della Chiesa, in numerose occasioni le parrocchie italiane furono affidate a pluri-pregiudicati, pedofili, assassini, ladri eccetera.

L’arco dell’indagine storica si situa nei secoli XVI-XVII-XVIII ma altre ricerche provano come, sia nei secoli precedenti sia seguenti, la situazione era sempre la stessa: grazie al privilegio di essere giudicati solo da tribunali diocesani i preti godevano di una “scandalosa disparità di trattamento”. A parità di reato, anche da patibolo, gli ecclesiastici avevano “comode scappatoie” e le pene comminate erano più miti e più spesso condonate.

Quasi nessun delitto era tanto disdicevole per un parroco da suggerire ai superiori l’opportunità di trasferirlo o di ridurlo allo stato laicale. Il testo segnala il caso limite di don Luigi Lupato, parroco a Venezia, pluri-pregiudicato ma intoccabile e protetto sempre dai superiori.

Esisteva una generalizzata tolleranza verso gli eccessi del clero per cui gli ecclesiastici che delinquono, anche ripetutamente, restano di fatto inamovibili. Il testo segnala la rarità delle esecuzioni capitali inflitte agli uomini di chiesa anche nei casi più gravi: violenza carnale con omicidio della vittima.

I viceré spagnoli protestarono più volte per l’impunità assoluta assicurata ai preti napoletani, rei di gravissimi delitti. Una statistica citata nel libro prova che i sacerdoti assassini erano costantemente più numerosi di quelli ammazzati.

Anche i vescovi erano responsabili delle penose condizioni delle diocesi poiché sono documentati “comportamenti criminali di una parte consistente degli stessi vescovi”.

Gli archivisti del Vaticano sono accusati dagli autori di essere “più realisti del re” in quanto precludono talora agli studiosi la consultazione dei fondi criminali conservati a Roma, i quali sono di “dimensioni ciclopiche”.

Per quanto riguarda l’uso spietato della tortura nei processi penali davanti ai tribunali diocesani, ne segnalo solo tre fra i molti citati nel libro:

  • anche i bambini sodomizzati dai preti talora sono seviziati pure in sede giudiziaria se ritenuti reticenti o conniventi

  • un bambino che aveva rubato vasi d’argento in una chiesa fu messo alla berlina a Ferentino (FR)

  • un giovane chierico, ladro in chiesa, fu “ripetutamente e pesantemente torturato” a Napoli

La pena di morte per ordine clericale è documentata in più parti del libro:

  • un nobile ed un frate che a Salerno avevano violato alcune suore sono estradati a Roma e decapitati
  • otto omosessuali romani sono condannati a morte nel 1578 in quanto aderenti ad una finta confraternita che si riuniva in una nota basilica

  • un prete che aveva ingravidato una monaca con relativo infanticidio fu giustiziato a Ferrara nel secolo XVI

Pierino Marazzani, novembre 2013

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Corrado Leoni

Il prete e il diavolo

L’autore libri, Firenze, 2013, pagine 82, euro 10,00

Il titolo del romanzo prende spunto dall’identificazione della donna con il diavolo tentatore, fatto che si ripresenta spesso in una certa ottusa mentalità ecclesiastica.

L’autore si ispira alla vicenda, forse autobiografica, di un prete in crisi: “Il vescovo gli chiese: -Si tratta di una donna?-

Come per dire: -Si tratta del diavolo tentatore!?”.

Il celibato sacerdotale è pesantemente criticato poiché mortifica lo spirito di fede dei preti e li imbarazza e li isola nei rapporti con le famiglie dei fedeli. Tale funesto obbligo contro-natura induce a comportamenti al limite del maniacale ed a sviluppare complessi psico-patologici. La legge sul celibato fu istituita per motivi di potere politico e di risanamento morale attualmente non più accettabili: “è giunta l’ora di abolire il celibato, lasciando certo agli asceti la libertà di vivere il loro monachesimo senza imposizione”.

Il romanzo presenta molti spunti anticlericali:

  • ad un pranzo con un prete si accenna alla sua sessualità con “risatine, battute sarcastiche o al più ironiche di chi si professa non credente (ateo è una parola grossa da evitare)”

  • in un dialogo immaginario fra un prete e il diavolo è lo stesso sacerdote ad affermare che “la Chiesa è una grande società, perché ha conoscenza dei suoi limiti, diventa becera e asociale quando diventa potere”. Il diavolo poi precisa meglio di quale forma di potere si tratta, cioè quello finanziario: “La Chiesa del futuro sarà una società per azioni, probabilmente la più potente, perché diffusa in tutto il mondo e sostenuta dalla liquidità delle offerte dei fedeli”

  • si denuncia la non ricongiungibilità dei contributi INPS presso il fondo pensioni del clero da parte degli spretati. Un trucco contabile escogitato dalla gerarchia in combutta con l’INPS per ricattare i preti: se abbandoni la tonaca per un altro lavoro dipendente perdi tutti i contributi versati!

  • Il concordato craxiano del 1984 è attaccato nel libro poiché “cedeva alle gerarchie ecclesiastiche la laicità dello stato”

  • Infine da segnalare l’interessante definizione sintetica del genere umano presentata dall’autore, in una corretta cornice scientifica, ma con dubbi riferimenti allo “spirito verso un anelito di immortalità”.

Pierino Marazzani, novembre 2013

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Cosimo Cerardi
Note sulla dialettica
(Karl Marx: dall’Idealismo al Materialismo)
La Mongolfiera, Doria di Cassano allo Ionio (Cs), 2013, pagine 175, euro 15,00

Il testo sottolinea come Marx e gli altri giovani seguaci del filosofo tedesco Hegel fecero particolari studi critici storico-filosofici contro la religione. Non per caso era apparsa allora la “Vita di Gesù” di David Friedrich Strauss (1808-1874) in cui si negava la divinità di Gesù, riducendolo a personaggio leggendario.

Secondo Marx è il “sensibile concreto”, cioè la situazione socio-economica di una determinata popolazione, a determinare “l’universale astratto”, cioè ad esempio il tipo di religiosità e la sua strutturazione organizzata. La critica alla religione porta ad ipotizzare che è l’uomo, e non Dio, l’essere supremo. Da ciò si deduce per Marx “l’imperativo categorico di rovesciare tutti i rapporti” economici e non economici in cui l’uomo è un essere degradato, asservito, abbandonato e spregevole.

Nell’appendice II “Complessità e attualità del pensiero hegeliano” si spiega come il filosofo tedesco criticò il farsi istituzione politico-religiosa da parte del cristianesimo: per lui la dottrina cristiana avrebbe dovuto essere un veicolo di liberazione quando, purtroppo, aveva generato invece uno “sviluppo storico che egli considerava regressivo, involutivo”.

Marx giunge alla fondazione del materialismo storico riprendendo sia il pensiero di Epicuro sia la parte migliore della filosofia hegeliana.

Il testo contiene anche interessanti riferimenti al filosofo ateo Spinoza, visto come precursore di alcuni aspetti del pensiero di Marx. Pure Giordano Bruno è citato a proposito della concezione della morte in Hegel.

Pierino Marazzani, dicembre 2013

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Roberto Anzellotti
Guida alla vita laica
http://www.neoedizioni.it , Castel di Sangro (AQ), 2013, pagine 159, euro 10,00

Da segnalare in questo libro le 38 illustrazioni del capitolo “Itinerari del Libero Pensiero”, molto interessanti anche per chi da anni si interessa alle questioni laiciste.

Nei capitoli “Itinerari del clericalismo” e “Itinerari del privilegio” il lettore è accompagnato in una sorta di girone dantesco di abusi e misfatti clericali, uno più scandaloso dell’altro.

La laicità delle istituzioni è ogni giorno calpestata dalla religione cattolica romana che si è infiltrata in ogni più remoto ganglio del nostro Stato. L’autore evidenzia le contraddizioni “di uno Stato che si dice laico ma che di fatto non lo è”. Il testo riassume anche brevemente le vicende storiche relative a conquiste laiche fondamentali come divorzio, aborto, nuovo diritto di famiglia.

Il Concordato deve essere abolito poiché, come scriveva Benedetto Croce, rappresenta “un errore logico e uno scandalo giuridico”. Il testo attacca pure gli insegnamenti morali della Chiesa i quali favoriscono indirettamente le epidemie a trasmissione sessuale come l’AIDS.

Anche in politica le ingerenze sono numerosissime e quasi sempre volte a favorire elementi di destra e perfino neo-fascisti.

Si accusano apertamente le diocesi di falsificare i dati statistici sul numero dei battesimi e dei non cattolici. Si attacca l’ora di religione, sia per l’enorme spesa che comporta, quasi un miliardo di euro all’anno, sia per la sua collocazione in orari curricolari che ostacolano i non avvalentesi, sia per la mancata istituzione di un idonea ora alternativa.

Pierino Marazzani, dicembre 2013

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Thierry Guilabert

Le veridiche avventure di Jean Meslier (1664-1729)

(Curato, ateo e rivoluzionario)

www.sicilialibertaria.it , Ragusa, 2013, pagine158, euro 13,00

Nuovo testo sul noto parroco ateo francese che lasciò un corposo manoscritto in tre copie pieno di polemiche affermazioni irreligiose, anticlericali e contro i ceti nobiliari.

A causa della quasi totale assenza di libertà di stampa e di parola di quell’infelice epoca, caratterizzata dalla ferrea alleanza fra trono ed altare, fu costretto a divulgare il suo vero pensiero solo dopo morto in quanto “avrebbe avuto conseguenze troppo pericolose e spiacevoli dire apertamente in vita ciò che pensavo del modo in cui sono retti e governati gli uomini, delle loro religioni…”.

Fu quindi obbligato a lunghi anni di pensieri e ricerche bibliografiche solitarie senza aver mai avuto la possibilità di pubblicare in vita neanche una sola riga.

Il testo sostiene l’assurdità di tutte le religioni le quali non sono altro che invenzioni umane per abusare della credulità popolare.

Le religioni sono solo favole dalle funeste conseguenze per la società umana. Non esiste alcuna anima immortale pronta ad uscire dal nostro corpo in corrispondenza della morte. Per Meslier la fede religiosa è l’abdicazione della ragione, è la fonte degli errori, degli inganni e delle imposture che schiavizzano l’uomo.

I dogmi del cattolicesimo sono pure “ridicoli”: in particolare l’autore si accanisce contro il sacramento dell’eucarestia e il dogma della trinità.

I miracoli sono “trucchi di abili prestigiatori” come, del resto, le stesse religioni affermano contro i presunti fatti inspiegabili presentati dalle altre fedi.

L’attacco alla Bibbia è spietato: assurdità allegoriche, illogicità, contraddizioni, apologia di stragi e nefandezze ecc.

Cristo per Meslier è veramente un “povero cristo” contro cui si scaglia con veemenza usando termini che, se fossero stati conosciuti dall’Inquisizione, lo avrebbero portato dritto al rogo, previa atroce tortura alla fra’ Dolcino!

Sapendo bene che l’Inquisizione processa e condanna anche i cadaveri, si premura di scrivere che “facciano pure del mio corpo ciò che vorranno, lo facciano a pezzi, l’arrostiscano e lo cuociano in fricassea”.

In conclusione, emerge chiaramente come molte tematiche della Rivoluzione Francese siano state anticipate da questo parroco dalla doppia vita: prete di giorno, ateo di notte!

Pierino Marazzani, aprile 2014

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Innaiah Narisetti

Costretti a credere

(Come la religione abusa dei diritti dei bambini)

Ariele Edizioni, Milano, 2013, pagine 156, euro 14,00

Il testo prosegue la meritoria opera di questa coraggiosa piccola casa editrice volta soprattutto a tradurre in italiano testi laicisti in lingua straniera. Il libro fu edito in lingua inglese nel 2009 ed è scritto da una ex dirigente dell’Indian Radical Humanist Association, gruppo che difende le istanze laiciste in India.

La polemica antireligiosa si concentra contro il lavaggio del cervello subito dai bambini nati in famiglie di fanatici fideisti i quali li istigano ad odiare o disprezzare tutti gli altri credenti o non credenti che divergono dalla loro religione.

L’indottrinamento dei fanciulli prevede quasi sempre terribili descrizioni di luoghi spaventosi, inferno e simili, dove si verrà puniti per l’eternità a causa della propria miscredenza.

Il testo descrive la riluttanza dell’ONU ad andare oltre le, pur lodevoli, dichiarazioni di principio: si attribuisce al Vaticano “una pressione significativa” contro qualsiasi risoluzione che indichi le religioni come causa di abusi e violenze contro i bambini.

Ogni minore ha diritto ad avere una educazione basata sulla libertà religiosa e di pensiero: niente catechismi e dottrinette ma solo eventuale libero studio del fatto religioso. L’attacco diretto al cristianesimo non risparmia nemmeno i santi più famosi: madre Teresa di Calcutta fu crudele nel curare i bambini poveri solo a base di preghiere negando loro quasi ogni medicina. Le rare iniezioni nei suoi centri-lager erano sempre fatte solo con siringhe lavate in acqua fredda!

Nel paragrafo “Peccati in tonaca” si criticano i preti pedofili fornendo qualche significativo esempio tra cui perfino un famoso cardinale austriaco. Non mancano precisi e motivati riferimenti antibiblici. In conclusione tutte le religioni sono accusate di abusare dei diritti dei bambini “attraverso i loro preti, i santi uomini e le sante donne, le istituzioni, le chiese e le moschee”.

Pierino Marazzani, giugno 2014

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Maurizio Turco, Carlo Pontesilli, Gabriele Battista

Paradiso IOR

(La banca vaticana tra criminalità finanziaria e politica dalle origini al crack Monte dei Paschi)

Castelvecchi, Roma, 2013, pagine 383, euro 18,50

È un testo preciso e rigorosamente documentato che smonta le pluridecennali difese ipocrite dei dirigenti dello IOR: nessun inganno subito o loro ingenuità, ma sistematica complicità nelle più spregiudicate imprese affaristiche italiane.

Purtroppo, grazie ad una “scandalosa sentenza” della Cassazione del 1987, il Vaticano è riuscito per troppe volte a sfuggire alle proprie responsabilità in sede civile e penale.

Il testo documenta pure le complicità a livello di Unione Europea di cui ha goduto lo IOR: “Di recente invece si è letteralmente reso complice dell’Italia nel trovare artifizi giuridici che giustificassero la mancata applicazione allo IOR degli standard europei ed internazionali di trasparenza e controllo dell’attività economica”.

Si denunciano grossi investimenti immobiliari del Vaticano a Londra tramite prestanome di società svizzere riconducibili al papato. Il testo cerca di fare luce sulle segretissime partecipazioni azionarie del Vaticano ma, purtroppo, e solo per via indiretta, si viene a sapere qualcosa tramite le relazioni di alcuni istituti di revisione finanziaria.

Una delle contraddizioni più evidenti dello IOR è la strumentale e fasulla negazione del suo essere a tutti gli effetti una banca, poiché ammetterlo significherebbe aprire i suoi archivi a controlli e alla giurisdizione di diverse autorità bancarie e monetarie europee.

Il tesoro dello IOR consiste in circa due tonnellate di lingotti d’oro la cui precisa consistenza viene tenuta rigorosamente segreta in quanto la sua divulgazione, soprattutto fotografica, costituirebbe un evidente ulteriore contraddizione con lo spirito evangelico. In conclusione, secondo gli autori, le truffe, le bancarotte, le complicità col mondo criminale restano “funzionalmente e strettamente connesse con l’attività dello IOR”.

Pierino Marazzani maggio 2014

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Silvio Manzati
La mia religione
www.lulu.com, Verona, 2013, pagine 133, euro 10,00

La copertina consiste in una foto dell’autore, defunto nel 2013, con in mano una tartaruga: il probabile significato evoluzionistico darwiniano è rappresentato dal fatto che è assodata in campo paleontologico l’esistenza prima dei rettili e poi dei mammiferi e quindi il Manzati, mostrando la tartaruga, forse voleva mostrarci la nostra origine.

Il libro appartiene al genere satirico-autobiografico ed è scritto da un ateo di Verona, per molti anni responsabile del circolo locale dell’UAAR.

L’autore vi esplica dubbi, risentimenti, scetticismi e ottimi arguti ragionamenti laicisti contro la tradizionale “dottrinetta” bigotto-cattolica somministrata ai ragazzini.

Il libro si apre con un attacco al Purgatorio, alle relative messe in suffragio e all’uso di un secondo giro di offerte durante la messa col pretesto della salvezza delle anime ivi deportate.

Il dio di Noè viene definito “sadico e terrorista” poiché, se era davvero onnipotente, “poteva limitarsi ad un fiat e risparmiare tanto terrore all’umanità” col suo nefasto diluvio universale.

Si descriveva la prima comunione ai bambini in maniera distorta ed esaltatoria: “non gli perdonerò mai di avermi ingannato in quella tenera età”. Il presunto Giudizio Universale merita un paragrafo nel quale la fantascienza clericale supera ogni limite poiché i catechisti descrivevano agli ingenui fanciulli “Il trasporto di miliardi di persone per migliaia e decine di migliaia di chilometri” verso il misterioso luogo preposto a questa cerimonia.

Il terrorismo clericale si esplicava soprattutto verso coloro che rifiutavano i dogmi cattolici minacciandoli con la prospettiva della “maledizione eterna di Gesù Cristo e sarebbero stati condannati all’inferno con i diavoli”.

In vari passi del testo emerge il suo congenito scetticismo condito di spunti anticlericali: “credo di non essere mai stato convinto che l’ostia consacrata fosse il vero corpo di Cristo”.

Pierino Marazzani maggio 2014

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Innaiah Narisetti
Costretti a credere
(Come la religione abusa dei diritti dei bambini
Ariele Edizioni, Milano, 2013, pagine 156, euro 14,00

Il testo prosegue la meritoria opera di questa coraggiosa piccola casa editrice volta soprattutto a tradurre in italiano testi laicisti in lingua straniera. Il libro fu edito in lingua inglese nel 2009 ed è scritto da una ex dirigente dell’Indian Radical Humanist Association, gruppo che difende le istanze laiciste in India.

La polemica antireligiosa si concentra contro il lavaggio del cervello subito dai bambini nati in famiglie di fanatici fideisti i quali li istigano ad odiare o disprezzare tutti gli altri credenti o non credenti che divergono dalla loro religione.

L’indottrinamento dei fanciulli prevede quasi sempre terribili descrizioni di luoghi spaventosi, inferno e simili, dove si verrà puniti per l’eternità a causa della propria miscredenza.

Il testo descrive la riluttanza dell’ONU ad andare oltre le, pur lodevoli, dichiarazioni di principio: si attribuisce al Vaticano “una pressione significativa” contro qualsiasi risoluzione che indichi le religioni come causa di abusi e violenze contro i bambini.

Ogni minore ha diritto ad avere una educazione basata sulla libertà religiosa e di pensiero: niente catechismi e dottrinette ma solo eventuale libero studio del fatto religioso. L’attacco diretto al cristianesimo non risparmia nemmeno i santi più famosi: madre Teresa di Calcutta fu crudele nel curare i bambini poveri solo a base di preghiere negando loro quasi ogni medicina. Le rare iniezioni nei suoi centri-lager erano sempre fatte solo con siringhe lavate in acqua fredda!

Nel paragrafo “Peccati in tonaca” si criticano i preti pedofili fornendo qualche significativo esempio tra cui perfino un famoso cardinale austriaco. Non mancano precisi e motivati riferimenti antibiblici.

In conclusione tutte le religioni sono accusate di abusare dei diritti dei bambini “attraverso i loro preti, i santi uomini e le sante donne, le istituzioni, le chiese e le moschee”.

Pierino Marazzani giugno 2014

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Christopher F. Black
Storia dell’Inquisizione in Italia
(Tribunali, eretici, censura)
www.carocci.it, Roma, 2013, pagine 485, euro 35,00

È un testo molto ampio e ben documentato sull’Inquisizione in Italia nell’Età moderna. L’autore è professore di Storia italiana all’Università di Glasgow. Il libro riconferma l’uso della condanna a morte per gli eretici recidivi e/o impenitenti, impiegando oltretutto metodi di esecuzione orribili. I roghi di persone vive sono definiti dall’autore “raccapriccianti esecuzioni capitali”. Ciò premesso è chiaro che, qualora l’eretico si fosse pentito e avesse svelato i suoi eventuali complici, poteva cavarsela anche con pene molto miti: esisteva però la tortura “ad purgationem” che poteva essere somministrata ad arbitrio dell’Inquisizione.

Il testo segnala vari casi di efferate sevizie ordinate dai frati inquisitori così come risultano dai relativi verbali notarili.

L’inquisitore Baldacci da Forlì “sottopose a numerose sessioni di tortura” l’eretico Diofebo Spannocchi.

Il maestro di casa del cardinal Morone “fu torturato al piede sinistro per circa venti minuti senza smettere di gridare che stava per morire”.

A Venezia il chierico Felice Bibone, sospettato di stregoneria, fu torturato con la corda nel 1588: “Quando fu sollevato una seconda volta disse – Non l’ho fatto, sto morendo. Ohimè, mamma mia ohimè”.

L’eretico Niccolò Franco fu seviziato per ben 5 sedute di circa un ora ciascuna ma, in quanto pentito, si salvò dal rogo e fu solo impiccato.

A molti presunti colpevoli di maleficio fu prescritta dall’Inquisizione la pena infamante delle fustigazioni per le strade del luogo dove abitavano. Le carcerazioni imposte ai sospetti di reati contro la fede implicavano molto spesso la detenzione per lunghi anni in luoghi talora malsani: si documentano casi di 5 o addirittura 10 anni di prigione prima della sentenza definitiva. Il testo cita poi le condanne al carcere a vita, commutate in certi casi nei domiciliari, per famosi personaggi come Galileo Galilei e Tommaso Crudeli.

Roghi e confische di libri proibiti e documenti vari erano la regola in tutta Italia: a Como l’Inquisizione tentò di confiscare 12 sacche di libri sospetti suscitando la protesta perfino del clero diocesano, a Malta nel 1798 gli inquisitori bruciarono perfino il loro stesso archivio “per evitare che i rivoluzionari francesi anticlericali ne facessero un uso imbarazzante” ecc.

Nel testo sono segnalati casi di preti pedofili, stupratori e molestatori in quanto spesso tali misfatti erano perpetrati sotto il pretesto del sacramento della confessione. L’Inquisizione penetrava perfino all’interno delle famiglie inducendo denunce reciproche: “A provare il delitto d’eresia nel Santo Officio si ammettono il figlio contro il padre et il padre contro il figlio”.

La teorizzazione dell’assassinio di coloro che hanno una fede diversa è citata a proposito del cardinal Seriprando che disse “In tutto bisogneria brusarli” e del francescano Alfonso De Castro “che considerava la morte una giusta punizione dell’eresia”.

In conclusione l’autore riassume così i numeri dell’Inquisizione italiana dal XVI secolo al XX settembre 1870: 200.000 denunciati, 50.000 incarcerati, 1.250 giustiziati tra cui circa 200 streghe (80 solo in Val Camonica ad opera di un singolo fanatico frate francescano). Il libro tace sul numero di esseri umani torturati dall’Inquisizione, sicuramente molte migliaia!

Pierino Marazzani, giugno 2014

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Karlheinz Deschner
Storia criminale del Cristianesimo
(Tomo X-Il XVIII secolo e uno sguardo sul periodo successivo)
www.ariele.it, Milano, 2013, pagine 226, euro 18,00

Con il tomo X si conclude questa monumentale opera storica che evidenzia, valendosi di un’amplissima e rigorosa documentazione, il nefasto ruolo stragista svolto dalla religione cristiana in generale ma soprattutto da quella cattolica. L’autore spezza l’orrore degli eccidi e dei roghi di carne umana descritti nel libro con la sua gustosa satira anticlericale e antireligiosa: a proposito della scandalosa durata, anche per molti mesi, di certi conclavi nota come “ lo Spirito Santo, pur essendo la terza persona della divinità, esita fino a 4 mesi” per decidersi ad ispirare i cardinali verso uno di loro.

Nell’Introduzione l’autore paragona gli eccessi omicidi perpetrati dai cristiani al nazismo (e chi meglio di lui lo può fare, visto che da giovane è stato un soldato semplice dell’esercito nazista): “Una criminalità accanto alla quale perfino un ipertrofico aguzzino come Hitler appare quasi come un galantuomo, poiché egli almeno predicò fin dall’inizio la violenza e non, come la Chiesa, la pace!”.

Il testo si apre con un massacro di mussulmani avvenuto a Zenta, nei Balcani, nel 1697: ben 25.000 furono sterminati dagli imperiali senza pietà alcuna. In questo tomo conclusivo si esaminano anche le sanguinose vicende della cristianizzazione dei paesi baltici e scandinavi: il cattolicesimo vi fu imposto con i soliti barbari metodi a base di sevizie e omicidi contro tutti i pagani renitenti.

Anche dopo la quasi totale cristianizzazione della Russia persistono terribili atrocità fra i convertiti stessi: la nuova religione non portò alcuna umanizzazione! Si porta l’esempio dello zar Ivan IV il quale, pur essendo molto pio e religioso, faceva dilaniare dai cani i suoi nemici.

Passando all’Occidente, il testo tratta della rivolta dei Riformati francesi delle Cevenne “oltre 200 protestanti furono bruciati vivi”.

Alla fine, migliaia di non cattolici francesi furono costretti ad emigrare, ma comunque rimase in Francia un nucleo di irriducibili protestanti clandestini, che solo dal 1789 con la Rivoluzione poterono tornare del tutto liberi.

Ottimo il capitolo su “Il tramonto del papato” in cui si denunciano la “palude del nepotismo” pontificio, corruzioni economiche e sessuali, complicità criminali ecc.

Molti i riferimenti anticlericali:

  • il marchese Tanucci, primo ministro del Regno di Napoli, “amava offendere e ostacolare i papi, definiva i cardinali le bestie più pericolose del mondo, non conosceva in tutta la natura una bestia più selvaggia del monaco”

  • in Danimarca i luterani, appoggiati dalla monarchia, tra il 1528 e il 1532 chiusero e saccheggiarono 19 conventi: similmente depredarono chiese e cattedrali di tutti i loro ori e altri oggetti preziosi ecc.

    Pierino Marazzani, luglio 2014

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Paul Kurtz
Il frutto proibito
(L’etica del secolarismo)
Ariele editore, Milano, 2013, pagine 309, euro 20,00

Ampio testo di filosofia morale corredato da indice dei nomi e degli argomenti che lo rende utile anche come testo di consultazione laicista.

L’etica laica viene illustrata con spunti polemici anticlericali a partire dal “Fallimento della moralità teistica”. I sistemi morali teistici sono radicati su un terreno arbitrario e illusorio, ostacolano il rinnovamento dei codici morali che sono stati sorpassati dalla scienza moderna. Le vecchie religioni si oppongono all’autonomia sessuale e alla liberazione delle donne per cui occorre mostrare che esiste un’oggettiva e concreta base umanista della condotta morale.

L’etica normativa proposta dall’autore si basa su quattro princìpi fondamentali:
naturalismo metodologico, naturalismo scientifico, naturalismo non-teistico e “euprassofia” cioè, letteralmente, buona sapienza pratica applicata all’ambito pubblico. Il religioso fanatico si basa invece su presunte rivelazioni vecchie di millenni disprezzando le capacità di giudizio morale dell’uomo.

Nulla può sostituire la ricerca critica indipendente, non essendovi prove sufficienti dell’esistenza di un dio onnipotente e onnisciente. Tutti i testi religiosi sono semplicemente espressione di esseri umani a partire dalla Bibbia che viene attaccata polemicamente sia a proposito di Gesù Cristo che della vicenda di Abramo e Isacco. Le religioni sono da evitare anche perché dividono gli uomini e coinvolgono nei loro conflitti gli Stati fino a “bagnare di sangue umano la terra”. Le religioni hanno tollerato e al massimo condannato in maniera troppo blanda la schiavitù ed inoltre, invadendo la sfera interna della coscienza, rendono l’uomo schiavo della sua fede religiosa, una marionetta nelle mani del suo ministro di culto. Al contrario l’etica laica promuove ricerca e razionalità rompendo definitivamente lo storico matrimonio tra religione e morale.

Il testo tratta ampiamente la questione della libertà di procreazione difendendo l’autodeterminazione delle donne: “la società non ha alcun diritto etico di richiedere che porti avanti una gravidanza che non desidera”.

Sulle tematiche di fine vita l’autore sostiene apertamente l’opportunità del Testamento Biologico presentando ragioni etiche ma anche l’esperienza personale della sua famiglia a proposito di un ictus molto invalidante che colpì sua suocera: “Bisognerebbe redigere le proprie volontà prima che capiti una malattia, in modo che si sappia cosa fare”.

Pierino Marazzani, dicembre 2014

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Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni
Intrighi in Vaticano
(Misteri e segreti all’ombra di San Pietro dai Borgia al Corvo)
RCS, Milano, 2013, pagine 477, euro 11,00

Ottimo testo divulgativo sui misfatti del Vaticano corredato da una sintetica biografia: dalla medievale principessa Marozia, madre amante e figlia di papi, allo scandalo Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano, sparita nel nulla a 16 anni.

I misfatti papalini sono divisi in 11 gruppi tra cui segnalo per incisività e intento satirico: “Vaticano, paese di spie”, “Pecunia non olet” sui rapporti con il crimine politico e finanziario, “Scandali vaticani” sui preti pedofili eccetera.

C’è anche un riferimento esplicito alla “ghigliottina di Pio IX”, altro che beato, costui era un monarca assoluto che, dopo un breve periodo di apertura, si rivelò come un feroce despota!

Il testo segnala alcuni strazianti conclavi durati mesi senza che i cardinali riuscissero a mettersi d’accordo: il record risale al 1268, il conclave che elesse Gregorio X durò ben tre anni. Il subdolo carattere della diplomazia pontificia è ben documentato nel libro a proposito della Repubblica Romana del 1849 contro cui il cardinal segretario di Stato Antonelli invocò un “morale intervento”, ma era chiara l’allusione nascosta ad una spedizione armata degli Stati filo-clericali amici, la Francia di Napoleone III in questo caso.

I grandi scandali finanziari vaticani del XX secolo, dal caso Cippico allo IOR, riempiono decine di pagine dense di fatti e riferimenti sconcertanti: negligenze, complicità e falsificazioni.

Dalla banca del Vaticano sono transitate in nero cifre colossali!

Le connivenze clerico-fasciste e con la criminalità mafiosa sono ampiamente trattate con chiarezza.

Interessanti rivelazioni sulla credulità dei papi di fronte a cure ciarlatanesche sono presentate per esempio a proposito del singhiozzo di Pio XII: si faceva curare con “estratti di ippopotamo”!

Evidentemente il primo a non credere nelle virtù miracolose delle reliquie era proprio il pontefice!

Pierino Marazzani, ottobre 2014

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Carlotta Zavattiero
Le lobby del Vaticano
(I gruppi integralisti che frenano la rivoluzione di papa Francesco)
chiarelettere.it, Milano, 2013, pagine 181, euro 13,00

Nella sua prefazione Ferruccio Pinotti, giornalista acuto indagatore dei misfatti clericali, descrive questo libro come “la prima mappatura organica delle principali realtà laicali in Italia”. Tali gruppi cattolici costituiscono una galassia volta a spremere enormi quantità di denaro ai privati e “sostanziosi finanziamenti statali” con i più vari pretesti educativi, sanitari o solidaristici.

I fondatori di tali congregazioni laicali sono spesso persone avide, ipocrite e senza scrupoli: il caso più clamoroso fu quello del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel Degollado, un prete bisessuale, pedofilo, falsario, ladro e cocainomane. Riuscì sempre a cavarsela, nonostante precise e circostanziate denunce mandate in Vaticano dalle sue vittime, grazie alla personale protezione di Giovanni Paolo II: “Wojtyla non ha mai abbandonato Maciel”.

Sono trattate le seguenti congregazioni: Neocatecumenali, Comunione e Liberazione, Opus Dei , Comunità di Sant’Egidio, Focolarini.

Per ognuna si presentano critiche graffianti, vicende giudiziarie, contraddizioni e incongruenze. Si rilevano anche le loro prevaricazioni nell’influire sulle carriere dei preti da loro favoriti.

Gli adepti che eventualmente si pentissero subiscono discriminazioni disumane: “È la messa al bando, per chi aveva costruito tutta una vita di relazioni dentro la comunità e all’improvviso si ritrovava solo, comportava disagi, sofferenze, depressione, e in alcuni casi suicidio”.

Pierino Marazzani, novembre 2014

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Piero Badaloni
In nome di Dio e della Patria
(I bambini venduti dal regime franchista)
Castelvecchi editore, Roma, 2013, pagine183, euro 17,50

Il testo scoperchia l’ennesimo scandalo clericale o, meglio, clerico-fascista relativo ai circa 300.000 bambini rubati ai loro genitori naturali sotto il regime franchista.

Come sempre “la storia si ripete”: quelle che successe in Spagna durante la feroce dittatura del generale Franco si è poi puntualmente ripetuto in Cile ed in Argentina. In questi tre Stati si verificarono moltissime uccisioni di madri di sinistra con figli neonati o comunque molto piccoli, i quali furono poi dati in adozione falsificando i dati anagrafici nel senso che furono dichiarati orfani di madre ignota oppure addirittura veri figli biologici dei genitori adottandi.

Il ruolo delle suore in questi abusi è denunciato in varie parti del testo: il tutto ovviamente avveniva con la totale connivenza dei vertici ecclesiastici e dei nunzi pontifici in Spagna.

Si segnalano poi gravi maltrattamenti di orfanelli perpetrati dalle suore degli orfanotrofi che poi li rivendevano dietro lauto compenso.

I processi avviati dopo la caduta del franchismo si sono per lo più arenati davanti al “muro dell’omertà” che si è in parte rotto solo negli ultimi anni grazie a coraggiose trasmissioni TV, associazioni specifiche e ad alcuni valenti avvocati e magistrati.

Pierino Marazzani, dicembre 2014

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Saverio Tommasi
Gesù era ricco
(Contro Comunione e Liberazione)
Alliberti, Reggio Emilia, 2013, pagine 128, euro 12,00

Saggio satirico documentaristico in cui si cerca di evidenziare la doppiezza di tale associazione che, dietro il paravento di una fede cattolica integralista ostentata, nasconde intenti clerico-fascisti conditi con spregiudicate attività economiche anche ai danni delle finanze statali.

Silvio Berlusconi, da sempre colluso con il neofascismo italiano ed estero, fu definito dal fondatore di CL, don Giussani, “l’uomo della Provvidenza”. Esperienze personali universitarie dell’autore lo portano ad affermare che “CL pendeva a destra” e che “una volta eletti all’interno del consiglio di ateneo si accordavano sempre con quelli di destra”. Da Andreotti a Bossi, si osserva come esiste una “convergenza, che dura da quasi vent’anni, dei militanti di CL con le forze più squalificate della destra italiana”.

Tra i molti spunti satirici del libro segnalo una velenosa battuta sul Meeting ciellino di Rimini: “Qui al Meeting più che vivere in Cristo molti vivono di Cristo e concludono affari in suo nome”. Un capitolo è proprio intitolato “Il ciellino tipo, a mo’ di satira”. Sul molto probabile avvelenamento di Giovanni Paolo I l’autore ricava una felice battuta sulla salute di papa Francesco “consigliandogli sempre di non accettare caffè dagli sconosciuti, ma soprattutto dai conosciuti”. Un capitolo di gustosa satira anticlericale è quello intitolato “Vocabolario ciellino-italiano” in cui si prendono in giro parabole evangeliche e alti dirigenti di CL.

Il libro comprende anche un’interessante intervista in cui un prete del dissenso, don Santoro di Firenze, rilascia un intervista all’autore piena di attacchi a CL e Ratzinger.

Pierino Marazzani, giugno 2015

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Piero Badaloni
In nome di Dio e della Patria
(I bambini venduti dal regime franchista)
Castelvecchi Editore, Roma, pagine 183, euro 17,50

Il testo scoperchia l’ennesimo scandalo clericale o, meglio, clerico-fascista relativo ai circa 300.000 bambini rubati ai loro genitori naturali sotto il regime franchista. Come sempre “la storia si ripete”: quelle che successe in Spagna durante la feroce dittatura del generale Franco si è poi puntualmente ripetuto in Cile ed in Argentina. In questi tre Stati si verificarono moltissime uccisioni di madri di sinistra con figli neonati o comunque molto piccoli, i quali furono poi dati in adozione falsificando i dati anagrafici nel senso che furono dichiarati orfani di madre ignota oppure addirittura veri figli biologici dei genitori adottandi.

Il ruolo delle suore in questi abusi è denunciato in varie parti del testo: il tutto ovviamente avveniva con la totale connivenza dei vertici ecclesiastici e dei nunzi pontifici in Spagna.

Si segnalano poi gravi maltrattamenti di orfanelli perpetrati dalle suore degli orfanotrofi che poi li rivendevano dietro lauto compenso.

I processi avviati dopo la caduta del franchismo si sono per lo più arenati davanti al “muro dell’omertà” che si è in parte rotto solo negli ultimi anni grazie a coraggiose trasmissioni TV, associazioni specifiche e ad alcuni valenti avvocati e magistrati.

Pierino Marazzani, dicembre 2014

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Pier Francesco Zarcone
Il messia armato
(Yesu bar Yoseph)
Massari editore, Viterbo, 2013, pagine 285, euro 18,00

L’Autore critica il falso mito di un “Gesù pacifico e non-violento” poiché “esso non regge a un’attenta lettura dei Vangeli, grazie ai malfatti tentativi di occultamento”.

L’accoglienza trionfale e regale “che avrebbe ricevuto a Gerusalemme” contrasta nettamente con lo sforzo dei Vangeli di presentare un Gesù che non ha proprio nulla contro gli occupanti romani.

L’episodio di Pilato che sottopone alla scelta del popolo di Gerusalemme la sua eventuale salvezza “sembra inventato di sana pianta” e quindi, in realtà, Gesù sarebbe stato giustiziato soprattutto in quanto sovversivo e per diretto ordine di Pilato, personaggio storico realmente esistito, ma di cui non è documentata alcuna vena umanitaria. Per l’Autore, alla versione dei Vangeli si può credere solo “per comodità retorica”!

Gesù fu invece solo un profeta ebreo nazionalista “anche armato”, vedi l’eloquente copertina del libro! Fu un rabbino che si interessava di politica cercando di accreditarsi come messia di Israele.

Gesù era solo un pio ebreo che si scandalizzava della connivenza sadducea (sacerdoti che custodivano il Tempio nazionale ebraico di Gerusalemme) con i romani e della loro smodata ricchezza.

Gesù è visto anche come un emulo di rabbi Hillel detto “il Babilonese” (60 a.C.- I secolo) che aveva innovato la rigida precettistica della Torah anteponendovi la fede in un monoteismo umanitario e tollerante.

In passato Friedrich Engels (1820-1895), storicizzando lo sviluppo del cristianesimo, ne aveva evidenziato i collegamenti con le coeve dinamiche socio-economiche per cui l’Autore sostiene che “l’ipotesi del Gesù rivoluzionario e sovversivo non appare più infondata”.

Il presunto mite pacifista Gesù come mai era difeso da suoi fedeli armati di spada nell’orto degli ulivi di fronte a Gerusalemme?

Perché scomodare addirittura una coorte di legionari romani armati per arrestarlo?

Molto ben argomentata e documentata è la parte del libro che smonta la tesi cattolica secondo cui i fratelli di Gesù di cui si parla nei Vangeli sarebbero in realtà suoi cugini.

In ogni caso l’Autore ipotizza eventuali “errori di trascrizione, le interpolazioni” fatte sulle versioni originali dei Vangeli che sono sparite: “La critica testuale non è sempre fonte di certezza”. Anche i cosiddetti Atti degli Apostoli hanno una “ottica antigiudaica ormai storicamente insostenibile” poiché parte di quanto raccontato va preso come semplice testo di propaganda di una Chiesa che non vuole guai con Roma.

Le lettere paoline vanno considerate testi ambigui e imprecisi tanto che ad essi hanno potuto fare riferimento “pressoché tutte le differenti e rissose Chiese cristiane”.

Si sottolinea anche come nei manoscritti di Qumran “non è stato trovato nulla che riguardasse Gesù”.

Pierino Marazzani, ottobre 2017

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John Henry Mackay
Max Stirner-Vita e Opere
Bibliosofica Editrice, Roma, 2013, pagine 227, euro 13,00

Parlando di questa biografia di Max Stirner, l’unica mai realizzata e per la prima volta tradotta in italiano nel dicembre 2013 da Bibliosofica Editrice di Roma, viene da dire che la storia di questa biografia potrebbe venire rappresentata come l’incontro virtuale di due vite, di due personalità che fisicamente non si incontrarono: il biografo Mackay non era ancora nato che l’oggetto del suo sforzo di ricerca e di scrittura era già morto, prematuramente, otto anni prima. Ma l’influenza che Stirner ebbe su Mackay e l’impegno di quest’ultimo per ricostruirne la vita danno quasi l’impressione che i due si siano proprio conosciuti di persona.

L’autore, John Henry Mackay, nacque a Greenock, in Scozia, il 6 febbraio 1864, e morì a Charlottenburg, in Germania, il 16 maggio 1933:  a causa dell’improvvisa e precoce scomparsa del padre nel 1865 la sua famiglia si trasferì a Saarbrücken, in Germania.

Il giovane Mackay frequentò la scuola media in due diverse località, poi fece apprendistato come libraio a Stoccarda e frequentò, per alcuni semestri, le lezioni di filosofia alle Università di Kiel, Lipsia e Berlino. Nel 1885 iniziò a frequentare gli ambienti dei letterati. Quando incominciò a frequentare un circolo di poeti e lesse la famosa Psychopathia Sexualis di Richard von Krafft-Ebing, si rese conto della sua sessualità omosessuale. Negli anni successivi diventò piuttosto famoso sia negli ambienti letterari, con novelle, romanzi, saggi e opere teatrali, venendo considerato un precursore del naturalismo letterario, sia del movimento omosessuale, sia del movimento anarchico: le sue opere sull’anarchismo individualista divennero infatti, unitamente al supporto e al sostegno degli amici George Schumm, Benjamin Ricketson Tucker, Henry Cohen e Clarence Swarts, piuttosto popolari in Germania e nei Paesi europei e perfino negli Stati Uniti.

Si dedicò, a più riprese insieme al resto della sua attività, alle teorie del filosofo individualista Max Stirner, che aveva scoperto consultando, nell’estate del 1887 al British Museum di Londra, la Storia del materialismo di F. A. Lange, sulla cui vita scrisse la biografia Max Stirner-Sein Leben und sein Werk (“Max Stirner-(la) sua vita e (la) sua opera”), fino ad oggi fondamentale, che uscì in tre edizioni, nel 1898, nel 1910 e nel 1914. Quest’opera fece uscire il teorico dell’individualismo anarchico, come fu da molti considerato, dall’oblio nel quale sembrava relegato e lo restituì alla fruizione di un rinnovato e più folto pubblico, anche se discontinuo nel numero durante gli anni e nei vari Paesi.

Questa edizione traduce la terza edizione dell’opera originale, che è del 1914, di cui viene riprodotto il frontespizio originale e la sua esatta traduzione a fianco: sono stati però omessi l’albero genealogico, la biografia e l’indice dei nomi. Come scrive lo stesso autore nella prefazione, la terza edizione è uscita come edizione privata e con una tiratura limitata di 325 copie. L’intento era di realizzare un miglioramento della seconda edizione, che avrebbe continuato ad essere in vendita. Stranamente viene riproposta, come nell’originale, la prefazione alla terza edizione e poi, nell’ordine, la prima e la seconda, invece di stamparle nell’ordine più logico.

Ovviamente l’interesse per questa biografia non sta certo nelle parti in cui MacKay si lascia prendere dall’entusiasmo e parla agiograficamente di Stirner, illudendosi che i posteri, grazie magari anche al suo sforzo, lo avrebbero reso veramente grande e avrebbero cambiato la Storia!

L’importanza è, infatti, la vita stessa di Stirner e delle persone che incontrò, sicuramente come la prima e sfortunata moglie Agnes Clara Kunigunde Burtz, figlia della sua padrona di casa e di cui non si parla mai, e che morì di parto insieme al suo bambino. Molto più interessante e contraddittoria la vicenda della seconda moglie, a cui dedicò la sua opera, che uscì quando i due si erano già lasciati, con la dedica “alla mia amata Marie Dähnhardt”: prima la vita bohemienne che condussero, come fuori dagli schemi fu il loro stesso matrimonio, e l’episodio degli anelli che non erano stati ordinati, a causa di una dimenticanza, sostituiti da due di ottone tratti dal borsellino di Bruno Bauer (o anche, come alcuni riferirono, dello stesso Stirner). E poi la seconda parte della vita della donna che, dopo la repressione della rivoluzione del 1848 in Germania, ritornò al suo bigottismo originario, sembrò avere fortuna in Australia ma la morte del secondo marito la condusse ad anni di fame e di stenti, fino a che riuscì a tornare in patria dove, grazie a un’eredità, visse fino al 1902, disdegnando ogni contatto con Mackay e ogni ricordo di Stirner.

Degne di nota sono la descrizione fisica di Stirner, che non era così come sembrava apparire dallo stesso disegno di Engels: la sua famosa “fronte alta”, da cui la seconda parte dello pseudonimo Stirner, non era effettivamente così, come la capigliatura non era così corta e a “spazzola” e parte dell’abbigliamento, decoroso ma non lezioso. Anche il carattere, in contrapposizione ai toni della sua opera, sicuramente decisi e sprezzanti, risulta essere pacato, dai modi cortesi ed educati, e il fascino indiscusso che esercitò sulle sue giovani allieve dell’istituto scolastico, che abbandonò improvvisamente proprio per dedicarsi a l’Unico.

Il libro descrive bene l’ambiente de “i Liberi”, di cui Stirner fu protagonista ed Engels assiduo frequentatore, che si incontravano anche e soprattutto nelle due sedi, una successiva all’altra, della birreria Hippel. Fu da queste frequentazioni che Stirner elaborò, senza approfondirla più di tanto, la sua concezione di società, l’Unione dei Liberi, o Unione degli Egoisti.

Estremamente interessante è la definitiva chiarezza che il libro fa della vicenda della latteria, del cui “fallimento” i detrattori approfittarono per parlare male del protagonista: l’impresa fu invece meritoria e innovativa, l’inedita distribuzione di latte fresco ogni mattina, specialmente a beneficio della popolazione infantile malnutrita, e che fallì unicamente perché non esistevano ancora i sistemi di refrigerazione moderni, e quindi il latte non poteva restare in quelle condizioni troppo a lungo prima della sua distribuzione.

Tirando le somme, infine, il libro è estremamente da consigliare, soprattutto per la scandalosa assenza in traduzione italiana per circa un secolo.

Arnaldo Demetrio, gennaio 2018