R.

Opere in I edizione nel 2011

Sergio Lariccia
Battaglie di libertà
(Democrazia e diritti civili in Italia 1943-2011)
Carocci Editore, Roma, 2011, pagine 281, euro 21,00

È un ampio e complesso testo, molto ben documentato, sulle vicende che hanno riguardato il riconoscimento di diritti, l’adempimento di compiti e doveri e l’esercizio di poteri pubblici, privati, civili e religiosi.

Ciò principalmente riferito a valori laicisti e democratici che fin dalla Costituente furono in parte vanificati dall’inclusione dei patti lateranensi firmati da fascisti e Vaticano nel 1929. In Italia si verificò negli anni ’50 una situazione paradossale: da un lato un’avanzata costituzione democratica, ma dall’altro “una sistematica violazione di norme poste a tutela della libertà di religione”.

Solo con l’istituzione della Corte Costituzionale e con una serie di sentenze della Cassazione fu a poco a poco smantellata la legislazione liberticida fascista.

Nel testo si tratta largamente su una vera e propria persecuzione dei protestanti avvenuta in Italia negli anni ’50 del secolo scorso a base di arresti arbitrari, sequestri di materiale religioso, chiusura di luoghi di culto, fogli di via della Questura contro i pastori sgraditi ecc.

L’unico risultato importante ottenuto dai partiti laici in quegli anni fu il blocco dei finanziamenti pubblici diretti sia alle scuole private, sia alle famiglie che vi iscrivevano i loro figli. Purtroppo tale successo è ora vanificato da leggi e decreti dei governi Prodi e Berlusconi e di molti governi regionali che approvarono finanziamenti diretti o indiretti alle scuole private.

Il libro ripercorre le istanze laiciste volte al superamento della logica concordataria e a criticare la politica ecclesiastica dei primi tre decenni dell’Italia democratica: basti pensare che fino al 1970 l’Italia era uno dei pochi Paesi al mondo a disconoscere il diritto al divorzio. Prima del 1975 il nostro Codice Civile era l’unico codice europeo, insieme a quello della fascista Spagna, a mantenere ancora sostanzialmente le norme discriminatorie antifemminili del codice civile napoleonico.

Perfino la propaganda degli antifecondativi fu vietata fino al 1971.

La nostra Costituzione del 1948 non fa alcun cenno esplicito al principio di laicità, che però può essere dedotto dal sistema di “democrazia pluralista” previsto dalla stessa Costituzione. Ovviamente in Vaticano ci si disinteressò totalmente di tale carattere pluralista del nostro Stato giungendo a teorizzare su “L’Osservatore Romano” che l’Italia, avendo rinnovato l’articolo 7 del concordato clerico-fascista del 1929, doveva diventare “il braccio secolare” del Vaticano. Il testo presenta anche un’ampia sintesi della revisione concordataria del 1984 identificandone difetti e i pochi pregi, il principale dei quali fu che “Non è previsto nel Concordato del 1984 il principio della religione cattolica come la sola religione dello Stato”.

Pierino Marazzani, marzo 2012

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Alessio Ramaccioni, Francesca Romana Fragale
Bomba atomica
(Inchiesta su Radio Vaticana)
Editori Riuniti, Roma, 2011, pagine 297, euro 15,00
http://www.editoririuniti.net

Questo lavoro nasce da anni di approfondita ricerca in materia di elettrosmog a seguito della costituzione nella zona nord di Roma e piccoli comuni attigui di un comitato popolare che identificò negli impianti di Radio vaticana la causa di molte forme tumorali,anche mortali, in adulti e bambini.

L’atteggiamento dei dirigenti di questa emittente ha suscitato “grande indignazione” tra gli abitanti della zona per la loro pervicacia nel negare ogni nesso tra tumori e l’attività di questa radio. Inoltre si tengono segreti parametri indispensabili per valutare la pericolosità dell’elettrosmog approfittando del regime di extraterritorialità di cui gode il Vaticano. Nel 1997 l’Osservatorio epidemiologico regionale pubblicò uno studio su 29 casi di leucemia registrati tra il 1987 e il 1995 nelle aree limitrofe alle antenne di Radio Vaticana: fu riscontrato un eccesso di mortalità per questa malattia nella popolazione adulta residente fino a 4 chilometri.

Nel 2001,stanchi di lungaggini e connivenze, fu presentata una denuncia per omicidio colposo plurimo contro Radio Vaticana a cura del coordina- mento dei comitati anti-elettrosmog. Nel 2002 quattro consulenti del tribunale confermarono l’eccesso di mortalità per leucemia. L’impegno dei comitati prosegue con manifestazioni di oltre 250 persone dietro lo striscione “RADIO VATICANA CI UCCIDE”.

In appendice al testo sono riprodotti importanti documenti relativi all’elettrosmog causato da questa emittente. Infine da segnalare varie foto che evidenziano l’impressionante numero di enormi antenne di Radio vaticana installate in questa zona.

Da visitare anche il sito http://www.bambinisenzaonde.org

Pierino Marazzani, novembre 2011

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Giorgio Caravale
Il profeta disarmato
(L’eresia di Francesco Pucci nell’Europa del Cinquecento)
Il Mulino, Bologna, 2011, pagine 241, euro 22,00

È la tragica storia di “Quell’italiano senza Chiesa” di origine fiorentina che inutilmente cercò di lanciare messaggi di pace e libertà di pensiero in un secolo segnato da terribili fanatismi religiosi. Il suo slancio utopistico ebbe aspetti di irrazionale follia, tanto che fu così ingenuo da farsi catturare da agenti papali mentre transitava da Salisburgo: estradato a Roma, fu condannato nel 1597 a morte, decapitato ed arso nella pubblica piazza ad ammonimento del popolo.

Essendosi pentito gli fu risparmiato il rogo da vivo cui invece fu condannato Giordano Bruno, impenitente fino agli ultimi istanti.

Tutto il testo è pieno di riferimenti al filosofo nolano:
un paragrafo è intitolato “Bruno, Campanella e i limiti del regno di Dio”
sia Bruno che Pucci equivocarono gli inizi del pontificato di Clemente VIII interpretando talune sue decisioni come indizi “di un netto cambiamento di rotta della curia romana” salvo poi constatare sulla loro pelle di essersi tragicamente sbagliati
Pucci e Bruno, sulla base di una comune critica antiprotestante, offrirono le loro capacità dialettico-polemiche ad un cattolicesimo rinnovato che però non esisteva allora e nemmeno adesso
il testo definisce Bruno e Pucci “alleati scomodi” le cui idee non servivano al cattolicesimo controriformista ed anzi lo disturbavano in quanto liberi pensatori

Addirittura fu affermato da autorevoli teologi che le sue idee esulavano dai confini del cristianesimo, anticipando filosofie agnostiche successive.

Pucci fu il tipico rappresentante della crisi religiosa italiana del Cinquecento, il cui studio è stato notevolmente approfondito grazie alla recente apertura degli archivi dell’Inquisizione romana.

Le sue idee erano oggettivamente anticlericali poiché rendevano superfluo l’apparato ecclesiastico in quanto egli sminuiva il valore dei sacramenti somministrati dal clero. Nei suoi libri si rinvengono aspri attacchi alla curia romana che dovrebbe essere abolita in quanto nido di vipere e fonte di corruzioni di ogni genere.

Essendo similmente anticattolico e antiprotestante fu incarcerato anche a Londra nel 1580, ma presto liberato di fronte alla sua assoluta innocuità: era appunto un “profeta disarmato” come giustamente si intitola il libro. La strage di san Bartolomeo del 1572, spaventoso eccidio perpetrato dai cattolici a Parigi, lo aveva impressionato profondamente inducendolo a propugnare un cristianesimo pacifista e antigerarchico.

Pierino Marazzani, aprile 2012.

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Augusto Cantaluppi, Marco Puppini
Ebro 1938 No Pasaran
(I garibaldini caduti nella battaglia dell’Ebro)
http://www.aicvas.org , Milano, 2011, pagine 158, s.i.p.

Nel settembre 1938 si combatté sull’Ebro l’ultima grande battaglia delle Brigate Internazionali in Spagna e tale fu anche per i garibaldini. Il testo raccoglie foto e brevi biografie di 166 volontari di lingua italiana provenienti non solodal nostro Paese ma anche dalla Svizzera italiana, dall’attuale repubblica croata e da famiglie italiane emigrate all’estero in diversi Paesi europei ed extraeuropei.

Dei 2.700 volontari della Brigata Garibaldi entrati in linea sull’Ebro ai primi di settembre ne sopravvissero incolumi 910: gli altri furono uccisi, feriti o dispersi a riprova della violenza terribile della battaglia.

Purtroppo la doppiezza di Francia e Inghilterra rese inutile il loro sacrificio: mentre l’Italia fascista inviava ben 80.000 soldati e la Germania nazista forniva armi e aerei modernissimi, questi Stati democratici non mossero un dito ed anzi, facendo fallaci promesse al governo repubblicano spagnolo, ne favorirono la resa finale.

Pierino Marazzani, aprile 2012

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Steve Stewart-Williams
Il senso della vita senza Dio
(Prendere Darwin sul serio)
Espress Edizioni,Torino, 2011, pagine 397, euro 24,90

La teoria dell’evoluzione fa ben più che rimuovere le ragioni per credere, offre valide argomentazioni per non credere. Non siamo frutto della creazione di alcun Dio, bensì macchine biologiche complesse coscienti, progettate dalla selezione naturale.

Gli esseri umani, come tutte le altre specie, sono il prodotto non preordinato di un processo millenario di selezione genetica, ovvero della sopravvivenza differenziale di certi tratti del DNA. La vita non ha alcun significato ultimo: non esiste alcun soggetto terzo disincarnato che ci progetta né che ci protegge da passate e future catastrofi geo/astronomiche che hanno provocato le cinque estinzioni di massa, già avvenute in epoche remotissime nel nostro martoriato pianeta Terra.

La teoria darwiniana dell’evoluzione risolve uno dei grandi misteri in cui si imbatte la mente dell’uomo: l’origine e la diversità delle specie sul nostro pianeta. Dopo le dimostrazioni scientifiche ripetute di questa teoria, bisogna accertarne le conseguenze teologico-filosofiche, rifiutando la credenza in Dio in ogni sua forma, tipo e misura. Il quadro probatorio dell’evoluzionismo è oggi così forte da indurre i fideisti a chiedersi come mai Dio si sarebbe dato così tanto da fare per ingannarci e farci credere che la vita sia frutto dell’evoluzione.

La selezione naturale darwiniana si compone principalmente di tre elementi: la riproduzione differenziale, la variazione e l’ereditarietà. Ad ogni generazione una spietata “lotta per la sopravvivenza” determina la prevalenza degli individui più adatti al loro ambiente.  Il testo si dilunga in complessi ragionamenti scientifico-filosofici, elaborati in modo accesamente antireligioso: la contestazione dei dogmi cristiani e fideistici è globale, nel merito e nel metodo.

Il nonno di Darwin, Erasmus, sosteneva che il mondo non era altro che “un enorme mattatoio” a causa della crudele lotta per la sopravvivenza. L’autore di questo libro si chiede quindi come mai dio non intervenga a mitigare o ad eliminare tali sofferenze, visto che coinvolgono anche la sua presunta creatura più amata, l’uomo.

Darwin stesso, dopo la straziante morte della figlia Anne all’età di soli dieci anni, non si recò più in chiesa: aveva perso ogni fede in un presunto creatore benevolente!

Concludendo, per l’autore: “se c’è una divinità è un dio che ha scelto l’evoluzione. Ciò rende l’idea che non esista alcun dio estremamente plausibile”

Pierino Marazzani, aprile 2013

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Elena Bonora
La congiura contro il papa
Laterza Editore, Bari, 2011, pagine 228, euro 20,00

È un saggio storico molto ben documentato su una truce vicenda criminale avvenuta a Roma in ambito curiale nel 1564. Tre congiurati romani, appartenenti a famiglie strettamente imparentate con membri del clero e che frequentavano la corte papale, furono processati e condannati a morte per aver progettato un attentato contro la vita del pontefice Pio IV.

La barbara esecuzione pubblica avvenne tramite scannamento previo trauma cranico provocato da un forte colpo di mazza alla testa.

In precedenza i tre disgraziati erano stati atrocemente torturati per ordine della magistratura pontificia tramite la sevizia della sospensione ad una corda che passava su una carrucola appesa al soffitto di una sala sita in un palazzo del Vaticano. Il testo segnala anche l’uso del dado metallico strazia-dita e descrive le torture con crudezza, compresi i disperati lamenti delle vittime. Non ci fu pietà nemmeno per i testimoni poiché un servitore “morì durante la tortura” effettuata alla presenza di ecclesiastici nominati dal papa.

Il testo documenta numerosi altri misfatti clericali:

  • uno spietato assassino toscano fu per breve tempo fatto vescovo nel 1561
  • vari cardinali furono condannati a morte nel secolo XVI per altre congiure avvenute a Roma
  • un giro di figli illegittimi era quasi la regola per tutti i più potenti e ricchi ecclesiastici
  •  il nepotismo era diffusissimo, le carriere erano decise da cricche di parenti, la fede e la capacità del candidato non contavano nulla

Feroci rancori fra cardinali e loro fautori sfociavano in truci vendette reciproche con sevizie e condanne a morte. Mancava anche ogni forma di rispetto per i corpi dei condannati a morte: i cadaveri dei tre congiurati furono squartati pubblicamente e lasciati per strada fino a notte fonda nel centro di Roma.

Pierino Marazzani, giugno 2013

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Colette Arnould
La stregoneria
(Storia di una follia profondamente umana)
www.edizionidedalo.it , 2011, Bari, pagine443, euro 26,00

È un approfondito testo che esamina con rigore scientifico la stregoneria soprattutto da un punto di vista antropologico. Le fonti citate nel libro documentano le precise responsabilità dei papi, degli ordini religiosi e dell’Inquisizione. Giustamente si rileva che nel Medioevo i roghi per stregoneria erano relativamente pochi, mentre l’epoca più oscurantista fu quella dei secoli XVI-XVII. In quei secoli i luterani vedevano nei papisti l’incarnazione diabolica dell’Anticristo mentre i cattolici identificavano il fiorire di eresie come un inequivocabile segno della presenza del demonio.

Ci andarono di mezzo decine di migliaia di donne innocenti, per lo più erbaiole analfabete di campagna che dovettero subire le più spietate sevizie, ben documentate con precisi riferimenti nel libro. Anche disgraziati ammalati di repellenti malattie dermatologiche furono catalogati come stregoni a causa dei loro morbi, per i quali erano anche sottoposti alle più umilianti ispezioni corporali alla ricerca del “marchio della strega”.

La caccia alle streghe non si fermava nemmeno davanti ai semplici testimoni: al minimo sospetto di reticenza erano torturati anche loro. Il valore estorsivo e falsificante delle confessioni sotto tortura è ben spiegato nel libro: “sotto tortura gli accusati finirono per confessare tutto ciò che si volle”. Il testo è ovviamente disseminato di notizie sugli innumerevoli roghi  che in quasi tutta Europa si accesero tra la fine del Medioevo e l’Età Moderna.

Particolarmente apprezzabile il capitolo V, intitolato “La strega, creazione dell’Inquisizione” in cui si delineano le precise responsabilità omicide dei frati domenicani, autori di dotti manuali specializzati in questi argomenti, e dei papi che li lasciarono fare.

Infine, per quanto riguarda le streghe italiane, il testo presenta molte lacune: Trentino, Triora, Valtellina, Milano ecc.

Non è citato nemmeno san Carlo Borromeo che, da arcivescovo di Milano, favorì o comunque non impedì i roghi sia a Milano che a Roveredo in Val Mesolcina, nell’attuale canton Grigioni in Svizzera, dove si recò di persona in visita pastorale, preceduto da zelanti religiosi fustigatori.

Pierino Marazzani, giugno 2011

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Colette Arnould
La stregoneria
(Storia di una follia profondamente umana)
www.edizionidedalo.it, 2011, Bari, pagine443, euro 26,00

È un approfondito testo che esamina con rigore scientifico la stregoneria soprattutto da un punto di vista antropologico. Le fonti citate nel libro documentano le precise responsabilità dei papi, degli ordini religiosi e dell’Inquisizione. Giustamente si rileva che nel Medioevo i roghi per stregoneria erano relativamente pochi, mentre l’epoca più oscurantista fu quella dei secoli XVI-XVII. In quei secoli i luterani vedevano nei papisti l’incarnazione diabolica dell’Anticristo mentre i cattolici identificavano il fiorire di eresie come un inequivocabile segno della presenza del demonio.

Ci andarono di mezzo decine di migliaia di donne innocenti, per lo più erbaiole analfabete di campagna che dovettero subire le più spietate sevizie, ben documentate con precisi riferimenti nel libro. Anche disgraziati ammalati di repellenti malattie dermatologiche furono catalogati come stregoni a causa dei loro morbi, per i quali erano anche sottoposti alle più umilianti ispezioni corporali alla ricerca del “marchio della strega”.

La caccia alle streghe non si fermava nemmeno davanti ai semplici testimoni: al minimo sospetto di reticenza erano torturati anche loro. Il valore estorsivo e falsificante delle confessioni sotto tortura è ben spiegato nel libro: “sotto tortura gli accusati finirono per confessare tutto ciò che si volle”. Il testo è ovviamente disseminato di notizie sugli innumerevoli roghi  che in quasi tutta Europa si accesero tra la fine del Medioevo e l’Età Moderna.

Particolarmente apprezzabile il capitolo V, intitolato “La strega, creazione dell’Inquisizione” in cui si delineano le precise responsabilità omicide dei frati domenicani, autori di dotti manuali specializzati in questi argomenti, e dei papi che li lasciarono fare.

Infine, per quanto riguarda le streghe italiane, il testo presenta molte lacune: Trentino, Triora, Valtellina, Milano ecc.

Non è citato nemmeno san Carlo Borromeo che, da arcivescovo di Milano, favorì o comunque non impedì i roghi sia a Milano che a Roveredo in Val Mesolcina, nell’attuale canton Grigioni in Svizzera, dove si recò di persona in visita pastorale, preceduto da zelanti religiosi fustigatori.

Pierino Marazzani, giugno 2013

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Raffaello Morelli
Lo sguardo lungo
(Il principio di separazione Stato e religioni – che costruisce la sovranità del cittadino per convivere e la ricerca per conoscere- è il sempreverde innestato da Cavour)
Edizioni ETS, Pisa, 2011, pagine 575, euro 20,00 www.losguardolungo.it

È un ampio trattato storico-politico sul tema della laicità in Italia, scritto da un acuto e profondo osservatore che analizza i fatti da un punto di vista separatista con utili riferimenti espliciti agli atei, agli agnostici e alle loro associazioni.

Il principio di separazione fra Stato e religioni richiama l’insegnamento di Cavour e ne costituisce “la vera,grande eredità politica dello statista” che si può riassumere nel principio “libera Chiesa in libero Stato”. In concreto i principi laicisti proposti da Cavour si esplicano in:
•    fine dei privilegi giuridici del clero
•    beni mobili e immobili clericali tassabili e/o espropriabili
•    istituzione di una scuola elementare pubblica obbligatoria
Questo libro attacca lo Statuto concesso da Pio IX nel 1848 in quanto discriminava i non cattolici inibendo loro il “godimento dei diritti politici dello Stato”. Il superamento di ogni discriminazione religiosa fra i cittadini di uno Stato è un elemento fondamentale di ogni istituzione civile moderna.

Purtroppo le note vicende del concordato clerico-fascista del 1929 e del suo rinnovo craxiano del 1984 hanno vanificato parte delle conquiste laiciste risorgimentali.

L’autore propone quindi l’abolizione del concordato al fine di avere finalmente in Italia uno Stato realmente laico e indipendente dal Vaticano abolendone tutti i privilegi. Il testo riporta una polemica definizione antivaticana del filosofo e senatore Benedetto Croce: questo micro Stato sarebbe un “giocattolo bambinesco di Stato temporale”. Il concordato, per la sua evidente natura liberticida, è in aperta violazione con lo spirito laico che ha animato la lotta di liberazione antifascista: non è altro che un relitto di una concezione illiberale e pattizia dei rapporti fra Stato e religioni.

Bisogna superare definitivamente il regime concordatario: le religioni, liberate dai condizionamenti statali, potranno svolgere meglio la loro missione spirituale. Per l’autore, la separazione fra Stato e religioni darebbe un beneficio ad entrambi poiché i loro fini sono istituzionalmente diversi.

In ogni caso la storica sentenza della Corte Costituzionale del 1971 sancisce la prevalenza della nostra Costituzione su ogni trattato internazionale: l’Italia è uno Stato indipendente, libero e sovrano per cui può e deve legiferare in piena autonomia.

L’Italia deve respingere le concezioni arcaico-medievali di certi ambienti cattolici relative alla società, alla donna, ai rapporti interpersonali, alla famiglia e al costume.

La truffa dell’otto per mille è bollata dall’autore in termini espliciti: “è un gioco di prestigio tipicamente confessionale”.

Per un quanto riguarda l’esposizione dei crocifissi in locali di proprietà dello Stato si contesta la pretesa dei cattolici secondo cui il crocifisso non sarebbe un simbolo religioso ma umanistico-nazionale: “sarebbe bene non comparisse nelle scuole e nei locali pubblici”.

Infine il testo contiene anche un’esplicita denuncia dell’“enormità” della circolare Moratti contro l’Evoluzionismo emanata nel 2004.

Pierino Marazzani, giugno 2013

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Michel De Certeau

La possessione di Loudun

Clueb Editore, Bologna, 2011, pagine 381, euro 18,00

E’ un ampio testo storico su un clamoroso caso di presunta possessione demoniaca avvenuta in Francia tra il 1632 e il 1634 e conclusosi con il rogo di un prete. Su queste fosche vicende esiste già un’enorme letteratura cui attinge l’autore per presentarci un libro ben ordinato e di scorrevole lettura: manca solo l’Indice dei Nomi, sempre utile per meglio chiarire ruolo e responsabilità individuali, soprattutto quando si tratta di casi giudiziari penali sfociati in una condanna a morte.

Le responsabilità clericali emergono chiaramente:

-si riporta il giudizio ufficiale del locale vescovo diocesano che accredita la realtà della possessione ma senza indicare il nome del responsabile: “Anche qui, da parte del suo stesso superiore gerarchico, non si fa parola del curato. Ma se c’è possessione, bisogna punire lo stregone”. In pratica l’atto diocesano del 10 agosto 1634 relativo a questo caso è l’equivalente di una condanna a morte indiretta!

-il primo ministro di Francia, cardinal Richelieu, lascia fare limitandosi ad impedire ulteriori persecuzioni contro la famiglia del disgraziato curato di Loudun.

In realtà potrebbe trattarsi di una montatura giudiziaria contro il parroco Grandier, in fama di libertino e autore di scritti clandestini contro il celibato ecclesiastico. L’autore inquadra questa tragica vicenda di fanatismo clericale nelle grandi ondate di stregoneria e possessione che pervasero l’Europa in quell’epoca storica.

Lo sfortunato parroco fu sottoposto alla tortura della rasatura totale dei suoi peli e capelli con successiva puntura fino alle ossa in parecchie zone del corpo, in base alla superstizione clericale dell’insensibilità del corpo dello stregone. Da segnalare, infine, il paragrafo intitolato “Controversia con l’ateo” in cui si cita un teologo che esalta il diritto della Chiesa a “far dire al blasfemo la professione di fede cristiana”.

Pierino Marazzani maggio 2014

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Gilberto Camilla, Fulvio Gosso

Hanno visto migliaia di Dei…

(Laicità e religiosità dell’esperienza visionaria)

Colibrì, Milano, 2011, pagine 382, euro 18,00

L’impianto strutturale sessuofobico e nevrotizzante del cattolicesimo ha sicuramente intaccato l’equilibrio psicologico e psichico di alcuni famosi santi (ad esempio san Francesco) e forse anche quello di milioni di suoi fedeli. Le estasi mistiche comunque non hanno solo origini medico-psichiatriche ma per gli autori forse anche da “sostanze psico-attive naturali, nella fattispecie funghi allucinogeni, come dimostra l’ampia iconografia” raccolta nel libro. Il testo esamina moltissime religioni, anche le più remote e minoritarie, ancora attive o estinte, trovandovi prove di psicosi organiche, tossiche, funzionali con riferimenti anche alla “Teoria della selezione dei gruppi neuronali” di Edelman. Tale organizzazione del cervello presenta un meccanismo che ricorda molto da vicino il processo di selezione naturale proposto da Darwin.

I più acclarati santi e beati cattolici sono demitizzati: le estasi di santa Teresa e della beata Ludovica potrebbero avere una derivazione “piuttosto carnale e orgasmica”. L’estasi di san Giovanni della Croce è un “esaltazione masochistica della sofferenza” frutto di un fenomeno psichico di “identificazione riparatoria” con Gesù crocifisso. Santa Caterina era una semianalfabeta afflitta da anoressia. Proprio i digiuni protratti dei santi sono visti dagli autori come concausa delle estasi mistiche: “molti sono gli strumenti atti a modificare la coscienza”. Nella “Cartografia degli stati di coscienza” l’estasi mistica è messa accanto alle allucinazioni schizofreniche. Per quanto riguarda il sogno, gli autori aderiscono alla definizione di Freud che lo definì “la via regina all’inconscio” per cui possiamo affermare che il fanatico fideista vi proietta i suoi isterismi mistici.

Un altro concetto interessante è quello dell’analgesia di fede prodotta nel fanatico religioso da una specie di autoipnosi mistica o dall’effetto placebo di certe reliquie o immagini sacre poste a contatto ravvicinato. Infine gli autori si chiedono come mai certi grandi mistici-visionari “non fanno alcun cenno alla Vergine” la quale, al contrario, viene sistematicamente avvistata da pastorelli analfabeti o laici residenti in località di campagna?

Pierino Marazzani, maggio 2015

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Daniele Bolelli
iGod
(Istruzioni per l’uso di una religione fai da te)
Add Editore, Torino, 2011, pagine 349, euro 16,00

Ampio testo di critica anti-fideistica su basi storico-filosofiche caratterizzato da una visione cosmopolita del fenomeno religioso. L’Autore è un agnostico in quanto sostiene che “Non possiamo mettere alla prova la realtà oggettiva di Dio…Non esiste alcun terreno pratico dove si possa provare al di là di ogni dubbio la superiorità di una religione su un’altra”. L’asserito Giudizio Universale di matrice cristiana è respinto con parole sprezzanti : “Non manca mai di farmi rotolare dalle risa. Mancano le renne volanti e siamo al completo”.

Il suo agnosticismo è su basi razionaliste poiché “la mia noiosissima parte logica mi spinge a cancellare la mia adesione al club dei credenti”.

Le religioni organizzate si fondano su fonti decisamente incerte e sono nemiche della modernità, spesso propalate da fanatici pericolosi. Quanto alle presunte rivelazioni divine, millantate da profeti vari, l’Autore si chiede giustamente: “Come facciamo a sapere che non sono pazzoidi lunatici?”. Tutto il libro è in pratica un esplicazione dei pericoli che comporta il fideismo: tra i vari dogmi pesantemente criticati suscita particolare sgomento il concetto di punizione eterna il quale non sarebbe altro che sadismo religiosamente approvato.

I guasti psicologici dell’educazione religiosa sono segnalati sia a proposito del peccato in generale sia soprattutto per l’ossessione negativa per il sesso che ha provocato “profonde ferite psicologiche in milioni di persone”.

L’Autore tratta anche delle complicità clerico-fasciste tacciando san Paolo di “fascismo religioso” e denunciando come “I movimenti fascisti si sono fondati proprio sui pilastri di Chiesa e patriottismo”.

Il Dio misericordioso e onnipotente predicato da Gesù e dagli Apostoli non è credibile in quanto contrasta con le immani tragedie che periodicamente colpiscono l’umanità. Quanto poi al Cantico dei Cantici è liquidato nel polemico paragrafo intitolato “Porno Bibbia” in cui si ipotizza l’ubriachezza cronica dei suoi ignoti scribi.

Pierino Marazzani dicembre 2016