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Noventa

Elena Urgnani

Noventa

Palumbo Editore, Palermo, 1998, pagine 222, lire 39.500

Questa figura di letterato può essere inserita nel filone del cattolicesimo anticonformista, anticlericale ed “ereticale” del Novecento.

L’insofferenza contro il tetro clima della contro-riforma cattolica è presente fin dagli scritti giovanili di Noventa (1898-1960) quando scelse di firmare con lo pseudonimo di Emilio Sarpi, richiamandosi al famoso frate veneziano Paolo Sarpi che coraggiosamente difese la Repubblica Veneta scomunicata dal papato.

La Riforma Protestante è stata ai suoi occhi una “rivolta del pudore” contro le degenerazioni morali della chiesa in nome di una religiosità più profonda, estranea all’ipocrisia del clericalismo: non a caso coltivò importanti amicizie fra i protestanti italiani come, ad esempio, lo storico Giorgio Spini.

Anche il prendere a modello per la sua poetica la figura di Dante, le cui opere furono poste nell’Indice dei libri vietati per secoli, è un chiaro segno della sua volontà di vivere una fede libra da censure clericali. Il critico Geno Pampaloni lo definì “cattolico e anticlericale, o perciò anticlericale, essendo per lui ogni forma di clericalismo incompatibile con il cattolicesimo”.

Ebbe importanti amicizie anche in ambienti laicisti: da Gramsci a Gobetti, da Garosci a Carlo Levi. Tali frequentazioni gli costarono in epoca fascista arresti, confino, pedinamenti, esilio, divieto di risiedere in città sede di Università, schedatura da parte dell’O.V.R.A. e censure dei suoi scritti.

Ma Noventa era uno “spirito libertario” e non cedette mai al fascismo: il regime esaltava l’italianità e lui scriveva in dialetto, il regime perseguitava crudelmente gli antifascisti e lui intitolava la sua rivista “La Riforma Letteraria” con la stessa sigla di quella di Gobetti “La Rivoluzione Liberale”, fatto che di certo non sfuggì all’O.V.R.A. che ne decretò la soppressione. Mussolini in persona ne vidimava la schedatura.

Nel dopoguerra si iscrisse al Partito Socialista, partito laicista e anti-concordatario, pur riconfermando la sua fede cattolica.

La fraterna frequentazione di ebrei, atei e protestanti, molto criticata dagli scrittori cattolici più ortodossi come, per esempio, Bargellini, lo rende un antesignano dell’Europa multiculturale e multireligiosa che solo ora si appresta a diventare una concreta realtà.

Piero Marazzani, novembre 2001