Italia taglia
Autori Vari (a cura di Tatti Sanguinetti)
Italia taglia
Editori Associati, Ancona-Milano, 1999, pagine 295, lire 30.000
È un testo ampio e ben documentato sulle censure liberticide imposte dal regime clerico-democristiano contro il cinema italiano del dopoguerra. Le sinistre cadono nel tranello della Democrazia Cristiana sia lasciando in vigore gran parte della vecchia legislazione fascista sia approvando una legge liberticida il 16 maggio 1947. ben presto le commissioni di censura si riempiono di fascisti e democristiani di comune origine bigotto-cattolica che danno l’assalto alle pellicole giudicate inopportune in base ai loro retrivi criteri.
Quel poco che sfuggiva alla censura governativa incappava in una censura parallela di associazioni e giornali oscurantisti cattolici, espressione di un clericalismo aggressivo e intollerante, che denunciavano a magistrati compiacenti i film sgraditi. Registi, produttori, distributori finivano così sul banco degli imputati come volgari delinquenti con accuse di vilipendio della religione,oscenità eccetera:l’arte veniva così criminalizzata. In certi casi la chiesa scendeva in campo in prima persona come nel caso del film di Paso1ini “1 racconti di Canterbury” querelato dai francescani. A seguito della proteste della stampa cattolica il film “Adamo ed Eva”, già approvato dalla censura, è richiamato a Roma ed espurgato secondo i voleri di santa madre chiesa.
Per censurare il film di Fellini “Le notti di Cabiria” si tirò in ballo il concordato poiché il film si svolgeva a Roma offendendone il carattere sacro. Fellini fu così costretto ad un formidabile lavoro di auto-censura preventiva ed a tagliare alcune scene. Per salvare il suo film va perfino dal reazionario cardinal Siri per fargli una proiezione privata.
La magistratura, imbeccata dal clero, si trasformava in una specie di Inquisizione: giustamente Pasolini, l’autore più censurato del dopoguerra, in un suo articolo riprodotto nel libro definì tale complesso di reazionari che egemonizzavano allora l’Italia “atroce entità clerico-fascista”.
Anche l’ex presidente della Repubblica Scalfaro è citato nel testo giacché fu uno dei più reazionari censori quando era sottosegretario di stato alla presidenza del consiglio : viene definito ‘un moralista da parrocchia’.
Tutti i film inerenti ai martiri deL libero pensiero furono attaccati dalla censura: Giordano Bruno, Jan Hus eccetera. Nel testo è presente un accurato dossier sulle specifiche avventure censorie di 21 film tra cui alcuni anticlericali come “Pap’Occhio” sequestrato per vilipendio della religione e “Trastevere” che, avendo satireggiato su un pellegrinaggio, collezionò una serie incredibile di censure.
I misfatti della censura clerico-democristiana sono forse finiti poiché nel 1998 il governo ha approvato una riforma dell’istituto della censura che, oltre ad abolire la censura teatrale, stabilisce che le commissioni di stato possano solo vietare un film ai minori ma non possano più bocciarlo negandogli il nulla osta.
Piero Marazzani, 2001