Illuminismo
Massimo Mori e Salvatore Veca, a cura di
Illuminismo
(Storia di un’idea plurale)
Carocci editore, Roma, 2019, pagine 273, euro 24,00
Approfondito e complesso saggio accademico corredato da nutrita bibliografia e Indice dei Nomi. Raccoglie testi di undici autori italiani, tutti docenti universitari dell’Italia centro-settentrionale.
Si possono indicare alcuni tratti comuni a tutti gli autori tradizionalmente inclusi in tale movimento filosofico-politico :
- svolta antropologica sfociata nella cosiddetta “religione dell’umanità” in netta deviazione da quella tradizionale dogmatica
- le religioni non sono altro che sistemi di credenze elaborati da preti, maghi e impostori a fini utilitaristici, no ad ogni interpretazione cristocentrica del processo storico
- rivalutazione della ragione come forza che deve illuminare e dirigere il mondo
- universalismo della libertà di pensiero che deve essere garantita a tutto il popolo e non solo ad una élite, tale libertà è sviluppata spesso in una versione aggressiva e anticristiana
Giordano Bruno è citato direttamente e indirettamente più volte nel libro: il materialismo di Diderot si basava su “qualcosa di più simile alla cinquecentesca “natura naturans” dei filosofi del Rinascimento italiano come Bernardino Telesio, Giordano Bruno”, la possibilità di mondi infiniti è ripresa nel paragrafo su “L’importanza cruciale dell’immaginazione” e nel capitolo “I lumi e le scienze”. Il suo sublime sacrificio sul rogo è indirettamente ricordato a proposito “dell’imperturbabile tranquillità filosofica superiore al dolore”.
Purtroppo le coraggiose idee degli illuministi si scontravano con la spietata repressione dell’Inquisizione e di fanatiche autorità civili filoclericali: i loro scritti erano frequentemente anonimi, spesso solo manoscritti, stampati quasi solo in Olanda, censurati o autocensurati per salvarli dal rogo.
Di particolare interesse il capitolo 5 “Sulla religione” di Giovanni Filoramo, già autore di “Ateismo” (2017) e “La croce e il potere. I cristiani da martiri a persecutori” (2011).
Pierino Marazzani, marzo 2021