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Epistolario inedito

Camillo Berneri


Epistolario inedito (volume secondo)


Archivio Famiglia Berneri, Pistoia, 1984, pagine 368, testo reperibile solo negli archivi cartacei anarchici

Il professor Camillo Berneri (1897-1937), filosofo, scrittore e anarchico (vedi sua ampia voce su Wikipedia), figlio del segretario comunale di Corteno (Brescia) Stefano C. Berneri, ebbe il nome Camillo in onore del già famoso rettore dell’Università di Pavia, professor Camillo Golgi, futuro premio Nobel 1906, nato appunto a Corteno e morto nel 1926 rifiutando i sacramenti.

Egli discendeva da un piccolo gruppo di agnostici che vivevano in questo piccolo borgo montano, posto ai confini della provincia di Sondrio, dove nel 1620 era avvenuto uno spietato massacro di acattolici, passato alla storia col nome di “sacro macello”. Di tale piccolo gruppo restano ad eloquente testimonianza per i posteri le otto tombe con cognome Berneri, prive di croce, poste nel locale cimitero.

Di idee atee e antifasciste affini a quelle di Berneri fu il professor Pietro Chiodi (1915-1970), nato e sepolto a Corteno, filosofo e partigiano, autore anche di studi su Giordano Bruno.

Il filosofo nolano è citato anche da Berneri in questo libro: una sua lettera del giugno 1930 scritta dal carcere francese di Forest riporta la frase – “Essere in tristitia hilaris, come diceva Bruno”.

Inoltre nel 1934 scrive alla figlia Maria Luisa dal carcere di Fresnes: “Non ho un sistema teologico, ma delle idee che si avvicinano al panteismo…la Natura Naturans di Bruno…ateismo di Dio…negherà Dio, quello delle religioni tradizionaliste”.

La sua critica tenace al clericalismo emerge in alcune sue lettere:
– fin dalla sua Tesi di laurea del 1922 contrastò la campagna dei clericali piemontesi per una presunta libertà della scuola;
– in una lettera del 1929 afferma che “dai preti c’è da aspettarsi anche la diffamazione”;
– nel 1934 enumera tra gli “Argomenti sui quali insistere” le note rivendicazioni laiciste su aborto, divorzio ecc.;
– nel 1934 ipotizza di inviare ad una pubblicazione antireligiosa ben 15 opuscoli laicisti tra cui “L’orgia mistica”, il piccante “Le amanti di Gesù”, “La croce e il cannone”, “La crudeltà cristiana” ecc.;
– afferma ironicamente la positività dell’ateismo: “Non solo si può essere felici senza religione, ma vi sono molte possibilità di esserlo, se non si sente il bisogno di credere. Dio che è ateo è molto felice”.

Il libro riporta anche tre documenti pervasi da tendenze anticlericali:
– in una lettera del 1936 speditagli da un emigrato antifascista italiano negli USA si afferma che “il papato e il capitalismo sono sempre stati assieme ed hanno sempre cospirato contro di noi”;
– in due documenti del 1936 e 1937 sono segnalati dei conventi requisiti per le necessità della lotta antifascista a Barcellona e Valencia. Berneri fu anche un acuto antirazzista e i suoi scritti su tale argomento furono lodati a livello internazionale, ad esempio l’avvocato parigino Antonio Coen così li commentò: “l’acuità dello studio mi colpì immediatamente e vidi con gioia che il metodo analitico ne costituisce la base”.

Il testo riporta anche una lettera di lodi dalla Svezia, il paese dei Nobel, datata 8 febbraio 1937: “Salve, compagno Berneri, e viva la lotta per la rivoluzione sociale!” a cura di Margit Manus (1909-1971), politica impegnata nel movimento anarchico locale.

Pierino Marazzani, novembre 2020