Opere in I edizione nel 2010
Karlheinz Deschner
Storia criminale del cristianesimo
(Tomo IX-dalla metà del XVI fino all’inizio del XVIII secolo)
Ariele Edizioni, Milano, 2010, pagine 345, euro 21,00 www.edizioniariele.it
In questo nuovo documentatissimo libro il Deschner esamina la prosecuzione in età moderna della medievale lotta agli “eretici”, perpetrata dalla Chiesa Cattolica con i soliti atroci metodi. Nel lungo Concilio di Trento nessun vescovo o abate solleva il minimo dubbio sulla liceità di bruciare e torturare i diversamente pensanti in materia di fede.
La Chiesa è costantemente al fianco degli sfruttatori e degli schiavisti, giustifica il permanere delle servitù feudali medievali. Ordini religiosi e prelati si distinguono in vari casi di spregiudicato affarismo commerciale e finanziario. I papi dilapidano capitali enormi a favore dei loro nipoti arricchendo smisuratamente le proprie famiglie.
In America i cattolici spagnoli commettono colossali ruberie e massacri ben descritti nel testo con la consueta efficacia espositiva. Mattanze spaventose di amerindi avvengono dappertutto, specialmente in Perù, dove le crudeltà superano ogni limite non risparmiando neppure donne e bambini. Tra massacri, suicidi di massa ed epidemie importate l’arrivo dei cristiani in America provocò un decremento della popolazione autoctona da 55 milioni a circa 9 milioni: unico lato positivo fu la fine dei sacrifici umani che i sacerdoti locali effettuavano con coltelli di pietra su piramidi o altari appositi. Insomma gli amerindi passano dalla padella alla brace: infatti vari documenti attestano roghi di eretici e pagani già nel secolo XVI.
Intanto anche in Europa è tutto un susseguirsi di esseri umani bruciati vivi in nome della fede cattolica e di massacri quando gli eretici sono in numero eccessivo, la legna costa! I papi non cessano mai di aizzare principi laici ed ecclesiastici a sterminare gli eretici “con ogni possibile manifestazione di forza, senza eccezione e senza misericordia”. L’odio fanatico non si fermava neanche davanti al comune senso di pietà per i defunti: il cadavere dell’eretico Zwingli fu squartato e bruciato dai cattolici con aggiunta di sterco di maiale per profanare anche le sue ceneri.
Nel capitolo dedicato ai gesuiti l’autore giustamente sottolinea la loro particolare flessibilità, pensata al fine di concentrare i loro sforzi nella cattolicizzazione da conseguire con le manovre più spregiudicate. Si abolì la divisa dell’ordine per renderli di difficile identificazione e legalizzare i loro eventuali travestimenti, fu soppressa la preghiera comune corale affinché possibili spie non potessero identificarli dai loro visi, perfino il voto di povertà fu lasciato cadere per consentire loro commerci e attività finanziarie.
Le tante stragi perpetrate per rafforzare la fede cattolica in giro per l’Europa sono descritte con precisione nel testo: dal massacro degli ugonotti a Parigi nel 1572 al sacro macello dei riformati valtellinesi nel 1620 ecc.
Nel libro vi sono ampi riferimenti anche alla caccia alle streghe che in quegli anni infuriava specialmente nell’Europa centrale: il solo vescovo di Bamberga, Fuchs Von Dornheim, fu uno “zelantissimo bruciatore di 600 streghe e stregoni” mentre il vescovo di Salisburgo ne mandò al rogo circa 97.
Larga parte del testo è dedicata alla guerra dei Trent’anni istigata e finanziata dal papato.
Pierino Marazzani, marzo 2011
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Autori Vari (coordinamento Adriano Prosperi,Vincenzo Lavena,John Tedeschi)
Dizionario storico dell’Inquisizione (vol.I)
Edizioni della Normale, Pisa, 2010, pagine 517, euro 260,00 (L’opera completa è in 4 volumi)
Inaccettabile la copertina del primo volume, in quanto vi si rappresenta un raro caso di inquisitore assassinato, essendo storicamente provato che le vittime dell’Inquisizione furono decine di migliaia a fronte di poche decine di frati inquisitori uccisi: è come se un libro sulla Shoah mettesse in copertina la fucilazione di qualche SS.
L’allegato opuscolo iconografico supera ogni limite di indecenza: non si mette nemmeno una, dico una, illustrazione di rogo di strega!
Comunque, nel complesso, le responsabilità papali sono delineate con precisione sulla base dei documenti originali giunti fino a noi: i frati inquisitori agivano su esplicita nomina pontificia, l’Inquisizione spagnola fu autorizzata a processare chiunque per motivi di fede sulla base di una bolla che reca la firma del papa, quando si volle sopprimerla il nunzio pontificio si oppose, Pio IV incaricò il cardinale Francois de Tournon della repressione spietata degli ugonotti in Francia ecc.
Anche le colpe vaticane relative alla quasi totale distruzione dell’Archivio della congregazione dell’Inquisizione a Roma emergono chiaramente: ”su indicazione dei funzionari del Sant’Uffizio” si vendettero a peso le serie criminali finite a Parigi su ordine di Napoleone, ”altri abbruciamenti di materiale furono operati dai funzionari dell’Inquisizione in date forti della storia italiana, quando si temette che i documenti potessero finire nelle mani di persone o gruppi ostili alla chiesa: nel 1860, nel 1870 e nel 1881”. La coda di paglia del papato è dimostrata quanto più non si potrebbe!
L’azione antiscientifica della Chiesa è documentata a proposito delle censure contro l’opera filonewtoniana di Francesco Algarotti e nella voce Darwin.
Le numerose condanne a morte comminate dall’Inquisizione per puri motivi di fede sono puntualmente provate con le opportune citazioni bibliografiche:
- 10 persone accusate di stregoneria giustiziate a Mirandola negli anni 1522-1525
- “una scia di morte” per stregoneria ordinata dall’Inquisizione di Asti verso il 1632
- 11 eretici condannati a morte a Bologna nel 1567-1572
- massacro di ebrei con un migliaio di vittime a Lisbona nel 1506 a causa degli infuocati sermoni dei frati dell’Inquisizione
- 100 eretici arsi in Linguadoca dal 1314 al 1320 e altri 16 bruciati nel sud della Francia pochi anni dopo
- 300 donne accusate di stregoneria sono arse a Trier (Treviri) verso il 1589 per ordine del vescovo gesuita Peter Binsfeld
- 80 persone (20 uomini e 60 donne) arse nel 1518 in Val Camonica, Brescia, per ordine degli inquisitori francescani; sono segnalati roghi anche nel ‘600
- 14 eretici bruciati a Praga nel 1315
- nel 1233 un imprecisata “grande moltitudine di eretici” è bruciata nelle città della Lombardia
- a Como il testo segnala circa 300 streghe arse nel 1416, altre 300 nel 1514 e decine in periodi successivi
- in America Latina l’Inquisizione fece ardere 77 esseri umani nel secolo XVII
- a Cordoba in Spagna il famigerato inquisitore Lucero “portò al rogo centinaia di persone” verso il 1533 ecc.
Per quanto riguarda le torture il testo ne documenta tantissime di cui si hanno testimonianze documentarie. Riporto solo tre esempi:
-centinaia di donne islamiche furono imprigionate e frustate pubblicamente in Aragona per ordine dell’Inquisizione nel secolo XVI
-l’eretico Pietro Carnesecchi a Roma fu “torturato perché dicesse il vero, lungamente sospeso alla corda, invocò Dio” davanti agli inquisitori
-tre simulatori di santità napoletani furono “a lungo torturati” a Roma nel 1615.
Le persone private della loro libertà personale e rinchiuse in più o meno lugubri carceri per motivi di fede furono migliaia, altrettanti gli esiliati e i condannati a morte in contumacia.
I danni provocati dall’Inquisizione alla cultura sono rilevantissimi: vedi la voce “Biblioteche e censura libraria”. Anche i protestanti ebbero le loro responsabilità bruciando decine di conventi con ricche biblioteche.
La confisca dei beni per reati di fede era già stata approvata fin dai concilii di Toledo del VII secolo e l’Inquisizione ne continuò l’applicazione estendendo i sequestri anche agli eredi legittimi.
Per quanto riguarda le falsificazioni fatte da membri del clero sono citati il falsario domenicano Annio da Viterbo e varie manipolazioni processuali.
La religione cattolica romana è l’unica a processare anche i defunti per cui numerosi sono i casi di cadaveri riesumati ed arsi con dispersione delle ceneri in corsi d’acqua e fognature.
Il sequestro di bambini ebrei è documentato fin dal 1496 in Portogallo: le autorità religiose e civili cattoliche ordinarono “di battezzare tutti i fanciulli ebrei di età inferiore ai 14 anni e di affidarli a famiglie cristiane”.
Nel testo sono documentati molti casi di ateismo e anticlericalismo avvenuti nel Medioevo e nell’età moderna: gli scritti dell’eretico Sigismondo Arquer sull’ “ignoranza e l’indegnità” morale del clero sardo, un libretto anonimo “antiromano” del Settecento, grandi rivolte contro i frati inquisitori a Granada Napoli e perfino a Roma, molto interessante la voce “ateismo”, è trattato il caso dei 4 anticlericali bolognesi bruciati nel 1622 per istigazione contro la Chiesa e deturpamento di immagini sacre ecc.
Il giudizio storico sull’Inquisizione è del tutto negativo: le sue nefandezze sono state oltretutto inutili poiché alla fine è prevalsa in quasi tutto il mondo cristiano la libertà di religione e di pensiero.
Per quanto riguarda il reato di stregoneria, che costò il rogo a migliaia di donne, oggi è annullato in tutte le legislazioni del mondo: nessuno può più essere processato se non per reati concreti in cui il nesso criminale sia evidente e dimostrabile.
I frati sono stati ricacciati nei loro conventi dove comunque costituiscono un pericolo potenziale, in quanto non tutti hanno aderito alla svolta ecumenica tollerante di Paolo VI, il quale abolì la congregazione dell’Indice dei libri proibiti. Per esempio l’Opus dei conserva un propria lista di libri vietati.
Esistono ancora oggi microinquisizioni all’interno di congregazioni religiose, conventi, seminari e collegi vari dotati di proprie celle in cui avvengono sevizie, talora anche per motivi di fede.
Pierino Marazzani, agosto 2012
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Cinzia Leone
Antisemitismo nelle Vienna fin de siecle
(La figura del sindaco Karl Lueger)
La Giuntina Editore, Firenze, 2010, pagine 1666, euro 14,00
Il testo documenta in maniera chiara ed inequivocabile, con una bibliografia di 40 testi, le responsabilità del Vaticano nella diffusione dell’antisemitismo politico nell’impero asburgico tra la fine del secolo XIX e l’inizio del secolo XX. Pur sollecitato, sia dai vescovi locali sia dal nunzio pontificio a Vienna, papa Leone XIII rifiutò qualsiasi condanna o scomunica contro il leader razzista Karl Lueger: anzi, al contrario, vi furono calorose lettere personali di apprezzamento con benedizioni particolari.
L’autrice quindi afferma esplicitamente che “Hitler non si inventò proprio nulla limitandosi a mettere in pratica ciò che questi pii cattolici antisemiti avevano scritto e propagandato per decenni”. Non potendosi attuare “la deportazione in Madagascar” a causa del blocco navale inglese, Hitler si decise “a eliminare fisicamente gli ebrei” usufruendo degli avanzati metodi di sterminio di massa che, nel frattempo, la tecnologia tedesca gli metteva a disposizione.
Il testo denuncia anche le responsabilità del basso clero che difendeva il razzista Lueger ritenendolo artefice di una riscossa cattolica. Molti parroci facevano propaganda durante i sermoni e utilizzavano le sacrestie come sedi di partito, proprio come accadrà poi anche in Italia ai tempi della Democrazia Cristiana. Si segnala che al partito del razzista Lueger era iscritto anche il trentino Alcide De Gasperi.
Così come Farinacci e Mussolini furono onorati dal clero con affreschi che li raffiguravano in divisa fascista in chiese di Cremona e in Canada, similmente a questo razzista sarebbe stata dedicata addirittura una chiesa a Vienna.
Lueger era talmente fanatico che propagandava il boicottaggio dei negozi ebrei invitando i suoi elettori a comprare solo in negozi cristiani. Preoccupato dell’immigrazione nell’impero asburgico di molti ebrei russi, vittime di crudeli pogrom, propose di approvare una legge che vietasse ogni accesso ai profughi ebrei. Il testo segnala altri zelanti antisemiti: due gesuiti e un prete-giornalista che si batterono affinché l’Austria fosse “liberata dagli ebrei e pure dai cripto-giudei,cioè da quelli che si erano battezzati”. Anche molti parroci approfittavano del catechismo per inculcare nei bambini idee razziste antisemite.
Pierino Marazzani, aprile 2012
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Sergio Lariccia
Battaglie di libertà
(Democrazia e diritti civili in Italia 1943-2011)
Carocci Editore, Roma, 2011, pagine 281, euro 21,00
È un ampio e complesso testo, molto ben documentato, sulle vicende che hanno riguardato il riconoscimento di diritti, l’adempimento di compiti e doveri e l’esercizio di poteri pubblici, privati, civili e religiosi.
Ciò principalmente riferito a valori laicisti e democratici che fin dalla Costituente furono in parte vanificati dall’inclusione dei patti lateranensi firmati da fascisti e Vaticano nel 1929. In Italia si verificò negli anni ’50 una situazione paradossale: da un lato un’avanzata costituzione democratica, ma dall’altro “una sistematica violazione di norme poste a tutela della libertà di religione”.
Solo con l’istituzione della Corte Costituzionale e con una serie di sentenze della Cassazione fu a poco a poco smantellata la legislazione liberticida fascista.
Nel testo si tratta largamente su una vera e propria persecuzione dei protestanti avvenuta in Italia negli anni ’50 del secolo scorso a base di arresti arbitrari, sequestri di materiale religioso, chiusura di luoghi di culto, fogli di via della Questura contro i pastori sgraditi ecc.
L’unico risultato importante ottenuto dai partiti laici in quegli anni fu il blocco dei finanziamenti pubblici diretti sia alle scuole private, sia alle famiglie che vi iscrivevano i loro figli. Purtroppo tale successo è ora vanificato da leggi e decreti dei governi Prodi e Berlusconi e di molti governi regionali che approvarono finanziamenti diretti o indiretti alle scuole private.
Il libro ripercorre le istanze laiciste volte al superamento della logica concordataria e a criticare la politica ecclesiastica dei primi tre decenni dell’Italia democratica: basti pensare che fino al 1970 l’Italia era uno dei pochi Paesi al mondo a disconoscere il diritto al divorzio. Prima del 1975 il nostro Codice Civile era l’unico codice europeo, insieme a quello della fascista Spagna, a mantenere ancora sostanzialmente le norme discriminatorie antifemminili del codice civile napoleonico.
Perfino la propaganda degli antifecondativi fu vietata fino al 1971.
La nostra Costituzione del 1948 non fa alcun cenno esplicito al principio di laicità, che però può essere dedotto dal sistema di “democrazia pluralista” previsto dalla stessa Costituzione. Ovviamente in Vaticano ci si disinteressò totalmente di tale carattere pluralista del nostro Stato giungendo a teorizzare su “L’Osservatore Romano” che l’Italia, avendo rinnovato l’articolo 7 del concordato clerico-fascista del 1929, doveva diventare “il braccio secolare” del Vaticano. Il testo presenta anche un’ampia sintesi della revisione concordataria del 1984 identificandone difetti e i pochi pregi, il principale dei quali fu che “Non è previsto nel Concordato del 1984 il principio della religione cattolica come la sola religione dello Stato”.
Pierino Marazzani, marzo 2012
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Jennifer Michael Hecht
Dubbio, una storia
(I grandi dubitatori e la loro eredità innovatrice, da Socrate e Gesù a Thomas Jefferson ed Emily Dickinson) http://www.edizioniariele.it
Ariele, Milano, 2010, pagine 543, euro 29,00
Questo libro è un saggio di vasto respiro sul dubbio religioso nelle diverse parti del mondo. L’attualità dell’argomento deriva anche dall’ambiente cosmopolita in cui l’uomo contemporaneo vive, venendo a contatto con quantità di religioni, usi e costumi, i più strani ed esotici.
Il testo esamina antichi scritti che documentano la millenaria presenza di dubitatori in ogni parte del mondo. Il progresso scientifico contribuisce poi direttamente e indirettamente al diffondersi del dubbio religioso per l’evidente mancanza di prove sperimentali riproducibili dell’esistenza di Dio.
La trattazione è impostata in maniera cronologica a partire dai pensatori dell’età classica greci,latini,ebrei ed orientali. Anche nel Medioevo si riscontrano dubitatori “in un grande giro attorno al Mediterraneo” da Maimonide ad alcuni scettici islamici. Dal secolo XVI i dubitatori vengono sempre più allo scoperto spiegando le loro idee in scritti e discorsi che l’invenzione della stampa e gli archivi dell’Inquisizione ci permettono di conoscere con precisione: “Galileo fu un dubitatore pratico, un grande studioso del mondo fisico e si sbarazzò di alcune nozioni molto care alla fede”.
Il “Dizionario storico e critico” di Bayle, edito nel 1695, divenne presto la bibbia dei dubitatori. Nel ‘700 Kant demolisce le ultime prove filosofiche rimaste dell’esistenza di Dio così radicalmente che fu definito “distruttore di ogni certezza” religiosa. In Francia Voltaire, Diderot e altri pensatori sono definiti “dubitatori di prima classe”. Nell’800 per i dubitatori l’ascesa del Darwinismo fu un trionfo ed anche la successiva Teoria della relatività di Einstein è inquadrata in senso favorevole ad un totale agnosticismo razionalista: “Io credo nel Dio di Spinoza,che si rivela nell’ordinata armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si interessa dei destini e delle azioni degli esseri umani”. Di conseguenza sono da considerare dei millantatori tutti quei profeti che pretendonodi predicare in suo nome.
Un testo senz’altro da consigliare a chi ha tempo per approfondimenti eruditi nel campo dell’ateismo e dell’agnosticismo, ma anche come testo di consultazione, vista la disponibilità di un Indice dei nomi e degli argomenti che conduce direttamente a quello che ci interessa. Da segnalare anche ampie riproduzioni di testi,poesie e dialoghi di impronta materialista.
L’editore aggiunge alla fine del libro otto pagine finali molto polemiche sul piano laicista definendo l’Italia “Un Paese che a parole si dice laico, ma nei fatti è confessionale, non è democratico, bensì teocratico”.
Pierino Marazzani, agosto 2011
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Discepoli di verità
Dossier Legionari di Cristo
(Documenti e testimonianze sugli abusi sessuali del fondatore dei Legionari di Cristo, il prete pedofilo Marcial Maciel Degollado, protetto per anni da papa Wojtyla e dal cardinale prefetto Joseph Ratzinger)
Kaos Edizioni, Milano, 2010, pagine 223, euro 18,00
Questo ordine religioso si configurava come una setta intra-ecclesiale dai comportamenti al limite del delinquenziale. La manipolazione psicologica degli adepti e di tutti coloro che frequentavano le sue istituzioni era totale: spionaggio e dossier segreti servivano per instaurare una rete di complicità e connivenze tali da coprire ogni tipo di abuso che veniva compiuto, soprattutto dal fondatore.
Marcial Maciel Degollado (1920-2008) era un finto prete santo messicano, caratterizzato da un incredibile capacità di simulazione e di fare l’esatto contrario di quello che lui e la Chiesa da sempre predicano:
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era riuscito a mantenere in epoche diverse svariate famiglie clandestine per un totale di sei figli
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decine di novizi del suo ordine religioso furono molestati sessualmente per decenni
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derubava il suo stesso ordine religioso per mantenere le sue amanti e i relativi figli naturali e adottivi
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era un morfinomane incallito che non disdegnava di praticare lucrosi traffici
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corruttore inveterato, versava copiose bustarelle ad esponenti vaticani, in cambio soprattutto di connivenze sulla sua scandalosa vita privata
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clerico-fascista fanatico, era in tenera amicizia con i più sanguinari dittatori sud-americani
Il testo ha un tono satirico-polemico a partire dalla scelta dei titoli dei capitoli: “La figlia segreta e altre storie”, “Una insaziabile dipendenza dal sesso”, “Giustizia ratzingeriana”.
In un passo del libro Degollado è definito “Rasputin azteco”.
Il comunicato ufficiale contro di lui emanato dalla santa sede nel 2010 è il solito capolavoro di ipocrisia in quanto sottace le decisive complicità vaticane nei innumerevoli misfatti.
PierinoMarazzani, novembre 2013
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Autori Vari diretti da Adriano Prosperi
Dizionario Storico dell’Inquisizione
Edizioni della Normale di Pisa, 2010, volume III di IV, pagine 569, P-Z, euro 260,00
È stato recentemente ritrovato in Spagna, “murato in una casa per salvarlo dagli inquisitori”, un manoscritto della “Cazzaria”, opera anticlericale seicentesca che è un vero campionario di quanto veniva proibito dalla Controriforma cattolica. Questo è solo un esempio delle tantissime notizie interessanti per noi laicisti che si possono rinvenire in questo volume III.
L’Inquisizione riservava l’arrosto di carne umana a tre principali categorie di rei di delitti di fede: i pertinaci non disposti al pentimento, i relapsi, cioè persone ricadute in opinioni ereticali già condannati in un processo precedente, e gli eretici più famosi e pericolosi anche se pentiti e mai giudicati prima. Le espurgazioni di libri eretici avvenivano non solo bruciandoli ma anche “cancellando, sforbiciando e addirittura strappando le pagine sgradite”.
Nella voce dedicata a san Pio da Pietralcina si riconferma la sua sindrome isterica e “la promiscuità del frate con le terziarie cappuccine” che frequentavano assiduamente il convento, arricchendosi con la rivendita delle pezze di sangue delle sue presunte stimmate.
La tragica vicenda dell’ebreo Pires Henrique, condannato al rogo nel 1556 ad Ancona con altri 24 correligionari, tutti accusati di apostasia dopo finte conversioni loro estorte dai cattolici, indusse un suo figlio poeta a scrivere versi caratterizzati da profonda angoscia. Meglio andò all’ebrea spagnola Sara Nunez, emigrata a Livorno nel secolo XVII: si salvò dal rogo grazie all’ intercessione del Granduca di Toscana.
Il testo descrive accuratamente il terribile caso delle suore indemoniate di santa Grata a Bergamo: il crudele canonico Giovanni Antonio Barzizza le fece torturare con ceppi stritolanti alle gambe delle accusate , per cui i medici dovettero procedere all’amputazione delle membra martoriate delle povere religiose, una suora morì di cancrena, ad altre furono somministrate fustigazioni e calci in faccia con minacce di “tormenti maggiori”.
Nella voce “punizione degli innocenti” si nota come l’Inquisizione perseguitava anche i parenti degli eretici sequestrandone i beni mobili e immobili, infamandoli per più generazioni. Tali disumane norme si richiamavano direttamente a certi passi biblici.
Un caso di eresia femminista, simile a quello milanese di Guglielma e Maifreda, è segnalato dal testo alla voce “Lucia Roveri”: avendo ritenuto di vedere Dio padre “incarnato in figura di donna” fu arrestata, processata e condannata alla segregazione a vita nell’albergo dei mendicanti a Reggio Emilia.
Alla voce dedicata al dotto umanista Jacopo Sadoleto si conferma la reale storicità del massacro dei valdesi di Mérindol e Cabrières in Provenza ,che fu auspicato e benedetto da suo nipote Paolo che lo coadiuvava come Legato pontificio ad Avignone nel 1545.
La descrizione degli indumenti diffamatori che gli eretici furono costretti a indossare dall’Inquisizione spagnola è contenuta nella voce “Sambenito”: il vestimento era giallo, colore dello zolfo infernale, ma poteva anche essere rosso o nero, colore del demonio. Vi era poi un copricapo a forma di mitra, detto “coroza”, su cui erano scritti la colpa commessa e il nome del condannato.
Le infamie spionistiche dell’Inquisizione sono svelate dalla voce dedicata all’ebreo portoghese Yosef Saralvo: infatti risulta che dei frati “riuscivano ad infiltrarsi nelle comunità sefardite sotto mentite spoglie”. Molti ebrei furono così condannati al rogo a Roma previa tortura nel 1583.
L’azione anti-scientifica dell’Inquisizione è sviscerata alla voce “Scienze della natura”: nel parossismo controriformistico si vietarono opere geografiche, anatomiche, astronomiche, filosofiche. Perfino testi divulgativi come “L’astronomia per le signore” di Lalande furono proibiti dai fanatici censori romani del secolo XVIII, anche una “Vita di Galileo” del 1946 fu messa all’Indice.
Ben 23 pagine con 4 singole voci sono dedicate alla stregoneria: aberrante fenomeno che tra carceri, torture e roghi rovinò la vita di decine migliaia di donne e di qualche migliaio di uomini innocenti vittime delle superstizioni chiesastiche. L’acme della repressione fu tra il 1580 e il 1650 ma già nel Medioevo sono documentate cacce alle streghe in Neustria mentre il teologo san Tommaso d’Aquino delineava la nefasta dottrina del “patto col diavolo”. Anche nello Stato della Chiesa vi furono gravi casi di donne pentite e non recidive condannate alla pena capitale per stregoneria. Il dizionario conferma la “palese” responsabilità di san Carlo Borromeo nel rogo delle streghe in val Mesolcina, si denunciano anche i mostruosi abusi dell’ “arciprete avido e sbrigativo Giovan Pietro Stoppani”.
Alle terribili stragi e minori persecuzioni subite dai valdesi nel Medioevo e nell’età moderna sono dedicate 4 voci: più che dall’inquisizione furono colpiti da vere e proprie spedizioni militari, cui i valdesi risposero con una dura guerriglia che alla fine riuscì a garantire loro la tolleranza in alcune valli della provincia di Torino.
Importantissima la voce “Tortura” che smentisce ogni asserita umanità verso gli eretici, i quali furono seviziati a migliaia in ogni parte d’Europa, Roma compresa. Le tristi vicende dei preti pedofili furono trattate dagli inquisitori a proposito della cosiddetta “sollecitazione ad turpia” durante il sacramento della confessione: i più antichi casi di questo turpe vizio clericale datano al secolo XVI. Il grosso scandalo delle suore Orsoline di Codogno, nell’attuale provincia di Lodi, vide appunto un confessore maniaco sessuale abusare di questo sacramento per soddisfare i suoi appetiti erotici.
Alla voce relativa al poeta Francesco Petrarca ben 9 pagine sono necessarie per trattare le plurisecolari censure che fanatici censori riservarono ai suoi scritti.
La curiosa eresia pacifista seicentesca lombarda dei “Pelagini” fu interamente soppressa dall’Inquisizione tramite carceri, minacce di tortura e condanne a morte in contumacia.
Infine, da non dimenticare, quello che conosciamo dei misfatti dell’Inquisizione è solo una minima parte poiché anche in questo volume III sono riscontrabili vari casi di suoi atti giudiziari distrutti o fatti sparire spesso dagli stessi inquisitori.
Pierino Marazzani, dicembre 2015
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Mimmo Franzinelli
Il Piano Solo
(I servizi segreti, il centro-sinistra e il “golpe” del 1964)
Mondadori, Milano, 2010, pagine 381, euro 20,00
Il testo, ricco di documenti storici, riconferma le complicità di settori della Democrazia Cristiana con gli epigoni del neofascismo e le infiltrazioni di questi nell’apparato statale, di cui le vicende del “golpe” del 1964 rappresentarono un pericoloso esempio:
-Angelo Vicari, già funzionario della segreteria particolare di Mussolini, fu nominato dai ministri democristiani Capo della Polizia di Stato;
-Giovanni De Lorenzo, già annoverato fra i partecipanti alla Marcia su Roma, fu nominato comandante dell’Arma dei Carabinieri, sebbene non fosse mai stato carabiniere neanche per un giorno ma solo alto ufficiale dell’esercito, fu infine perfino deputato del MSI;
-Giovanni Allavena, figlio di un ufficiale della milizia fascista, fu nominato da Andreotti capo del servizio segreto SIFAR. Consegnò all’ex repubblichino Licio Gelli i fascicoli delle sue schedature politiche;
-Giuseppe Aloia, nominato capo di Stato Maggiore della Difesa, consegnava articoli al neofascista Pino Rauti. Gli fu proposta una candidatura dal MSI e dalla DC;
Tutte le informazioni, intercettazioni, infiltrazioni e provocazioni poliziesche erano orientate solo contro la sinistra! Tutti i cappellani militari di polizia ed esercito non si accorsero mai di nulla, osservando sempre il più rigoroso complice silenzio!
Lo scandalo del SIFAR fu provocato da “alcuni ufficiali dei carabinieri” che informarono sottobanco i giornalisti del settimanale “L’Espresso”. Nell’insabbiare e coprire tale scandalo ebbe un ruolo fondamentale Luigi Lombardi, alto ufficiale.
Pierino Marazzani, agosto 2015
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Giovanna Caleffi Berneri
(Un seme sotto la neve – Carteggi e scritti – Dall’antifascismo in esilio alla sinistra eretica del dopoguerra 1937-1962)
Cura e Introduzione di Carlo De Maria
Biblioteca Panizzi, Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, Reggio Emilia, 2010, pagine 609, senza indicazione di prezzo
Giovanna Caleffi (1897-1962), vedova di Camillo Berneri (1897-1937), fu anch’essa un indomita militante antifascista anarchica, autrice di importanti scritti vari di cui questa corposa antologia rende chiaramente merito.
Le tematiche laiciste, anticlericali, contro il clerico-fascismo e “il governo dei preti” sono sicuramente parte fondamentale del suo pensiero:
• il curatore scrive nel saggio introduttivo che “va messa nel giusto rilievo la sensibilità della stessa Caleffi per la difesa dell’autonomia spirituale e della libertà religiosa, in polemica con l’inclusione del Concordato nella Costituzione repubblicana” che viene definita nel testo “clerico-repubblicana”. Si descrive anche la scelta ateistica della Caleffi: “A 15 anni perdetti la fede nella religione cattolica”;
• le ingerenze clericali nella vita politica palesavano “la gelida frenesia di potere della Chiesa” che spesso giungeva al punto da imporre “che si fa la comunione tutte le domeniche” per avere un impiego;
• fu processata due volte da giudici filo-clericali per la sua benemerita campagna a favore del controllo delle nascite ma, alla fine, assolta in quanto fu riconosciuto il suo alto impegno civico-morale;
• i suoi scritti di satira antireligiosa relativi alle “avventure di tuo nipote con la Assunta in cielo…mutande e reggipetto della Madonna” furono favorevolmente commentati dall’illustre storico Gaetano Salvemini (1873-1957), il quale sosteneva che “i monsignori del Vaticano hanno tirato troppo la corda”;
• una lettera della Berneri del 1949 svolge un preciso e approfondito attacco alla “morale gesuitica, impastata di ipocrisia” e al sacramento della confessione per cui “i motivi laicisti erano i più puliti, quelli da cui dipende un risanamento del costume italiano”;
• in una sua lettera del 1958 afferma addirittura che “la Chiesa sta corrompendo tutta la vita italiana” grazie al fatto che “i preti sono al governo e sono quasi i padroni assoluti di tutta la nostra vita sociale”;
• mentre “l’educazione sessuale è diventata obbligatoria in tutte le scuole del Nord Europa” ciò non accade in Italia, poiché “i preti vi si sono installati con l’insegnamento religioso obbligatorio e fanno di tutto per impedire che la scuola italiana segua l’esempio delle scuole più progredite di altri Paesi”;
• in Italia nel 1952 “le leggi sono dettate dai grandi preti o dai politici del Vaticano”.
La cronica doppiezza ipocrita clericale in materia sessuale è ben denunciata dalla Berneri in un suo articolo del dicembre 1954 in cui critica anche il sacramento della Confessione.
Le complicità clerico-fasciste, mediate dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati governativi, sono ampiamente contemplate nei suoi scritti riportati in questo libro:
• “Purtroppo non solo restano le leggi fasciste, anche i metodi non sono cambiati e i preti abusano, come il fascismo, del potere conquistato”, mancano però in tutto questo corposo testo riferimenti ai preti pedofili, che pure c’erano sicuramente anche allora;
• un suo articolo del 1947 denuncia “L’assoluzione delle figure più losche e nefaste del passato regime, dopo che i custodi dell’ordine hanno facilitato la fuga di chi era più colpevole delle nostre attuali tragedie”;
• nel 1949 “mio marito ed io siamo sotto processo per aver violato un articolo di una legge fascista (inserita tal quale nel nuovo codice) con il nostro modesto opuscolo Il controllo delle nascite”. C’entra in queste persecuzioni “l’educazione cattolica, l’ipocrita morale dei benpensanti”. Allora si facevano in Italia circa un milione di aborti clandestini l’anno;
• eloquente è il titolo assegnato ad un suo articolo del 1952 “Fascismo cattolico” in cui denuncia che “L’atmosfera in Italia è asfissiante” a causa delle incredibili ingerenze clerico-fasciste;
• nel 1951 si denuncia come, grazie alla Democrazia Cristiana al governo e al clima maccartista importato in Italia dagli USA, “gli ex fascisti possono impunemente passare all’attacco e insultare e calunniare l’antifascismo, senza esserne disturbati”;
• la Berneri nel 1952 fa perfino un attacco personale contro il noto clerico-fascista, amico personale di Mussolini, cardinale Schuster descritto come prete dal “fulgido passato di grande fascista”.
Ovviamente l’intransigente difesa della memoria del suo illustre marito è presente in molte lettere: “L’uomo più puro e più resistente di tutti allo sfruttamento bolscevico della rivoluzione spagnola per fini di Mosca”.
Sono poi citati nelle note di una lettera del 1951 suoi scritti “In difesa del nome di Camillo Berneri”.
Il testo presenta due imprecisioni:
• citando a pagina 361 V. A. Antonov-Ovseenko (1883-1939), inviato da Mosca a Barcellona nel 1937, si omette di scrivere che fu lui materialmente a dirigere l’assalto al Palazzo d’Inverno nell’ottobre 1917 e che fu giustiziato come sospetto trotskista a Mosca, appena rientrato dalla Spagna. Leggendo questo libro ci appare invece solo come un solerte spietato burocrate stalinista. In realtà fu anche un rivoluzionario che ebbe un ruolo importante nella storia del ‘900;
• come medico specialista in medicina del lavoro dissento dalla descrizione della mortale malattia di sua figlia Maria Luisa, morta a Londra nel 1949 di “polmonite, in una forma inizialmente leggera, ma poi aggravatasi perché trascurata dai medici”. In realtà a Londra, città riscaldata allora solo a carbone, persisteva un nocivo smog che causava indirettamente gravi infezioni respiratorie contro cui mancavano cure efficaci, i medici potevano fare ben poco contro tale micidiale inquinamento.
Pierino Marazzani, dicembre 2020