R.

Opere in I edizione nel 2005

Maria Mantello

Sessuofobia chiesa cattolica caccia alle streghe

(Il modello per il controllo e la repressione della donna)

Generoso Procaccini Editore, Roma, 2005, pagine 144, euro 13,00.

Il testo analizza cause ed effetti dell’antifemminismo cattolico le cui radici si ritrovano negli scritti di Paolo di Tarso. Questo ex-rabbino convertito riprende in toto la tradizionale emarginazione delle donne praticata dalla sua vecchia religione: infatti l’ebraismo, al contrario delle altre religioni dell’antichità classica, nega qualsiasi ruolo sacerdotale alle donne.

Per quanto riguarda la sessuofobia sono innanzitutto da respingere le affermazioni di (Sant’)Ambrogio sulla castità come presunta virtù che manca ai pagani. In realtà santoni indù e seguaci del buddismo la predicavano e praticavano da secoli se non da millenni. Inoltre l’autrice affronta il tema dell’asserita verginità di Maria evidenziando le contraddizioni evangeliche a proposito dei fratelli di Gesù, sui rapporti matrimoniali con suo marito Giuseppe e la somiglianza sospetta con miti pagani. Il cattolicesimo sviluppa quindi una “visione schizofrenica di sessualità da vivere sempre in modo riduttivo e colpevole, da manifestare solo a scopi procreativi e da sottoporre sempre a libertà vigilata”.

Alla base di questa visione distorta della sessualità e della donna c’è l’ignoranza antiscientifica dei teologi cattolici che riprendono pedissequamente certe “stupidaggini genetiche” dell’epoca di Aristotele: la donna sarebbe un uomo mancato, un sub-uomo, un semplice supporto creato solo a fini riproduttivi. Non bisogna credere a certe encicliche recenti che gabellano “uno speciale statuto di dignità” che la donna cristiana avrebbe avuto fin dalle origini. La Chiesa Cattolica ha sempre cercato di costruire un “controllo totale dell’individuo” all’interno del quale va inquadrato anche  l’ossessivo controllo clericale della sessualità.

Nel corso del Medioevo e dell’Età Moderna molte donne che avevano cercato di sviluppare una propria cultura alternativa in campo erboristico e ostetrico furono vittime di una vera e propria “caccia alle streghe” sulla quale esiste un’amplissima bibliografia che inchioda la Chiesa alle sue tremende responsabilità. L’attrice identifica correttamente il ruolo di mandante del papato cittando precisi documenti.

Testi originali dei processi riportati nel libro provano inequivocabilmente le responsabilità soprattutto dell’ordine domenicano, il più colto ed istruito del cattolicesimo. Questi frati torturavano, umiliavano, terrorizzavano, condannavano al rogo le donne accusate di stregoneria dimostrando una spietatezza feroce. Quando il padre inquisitore si convinceva della colpevolezza di una donna la torturava fino alla sua confessione o alla sua morte. Gli atti del processo contro Bellezza Orsini tenuto a Fiano Romano nel 1528 parlano chiaro: nello Stato della Chiesa questa donna fu reiteratamente torturata e indotta al suicidio per evitare di essere arsa viva.

Piero Marazzani, settembre 2006

***

Ferruccio Pinotti

Poteri forti

(La morte di Calvi e lo scandalo dell’Ambrosiano. La nuova ricostruzione delle misteriose trame della finanza italiana)

BUR-Rizzoli, Milano, 2005, pagine 415, euro 9,50.

Il testo conferma pienamente le analisi dello storico tedesco Karlheinz Deschner sulla natura criminale del cristianesimo. L’autore cita il vaticanista Giancarlo Zizola secondo cui il Vaticano vi è “un potere che se la ride del Vangelo e che ha progettato senza tante storie di ridurlo a puro folclore”.

I misfatti principali che emergono da documenti e testimonianze riportati nel libro sono:

  • “ambigue connivenze” con la criminalità organizzata: lo IOR, la banca del Papa, è stata anche la banca di personaggi contigui alla mafia che se ne sono serviti per riciclare denaro sporco. Anche il banco Ambrosiano fu oggetto di investimenti di capitali mafiosi come attestato da ripetute e convergenti dichiarazioni di testimoni e pentiti. Il finanziere della mafia Sindona era consulente finanziario della diocesi di Milano e poi del Vaticano. Monsignor Marcinkus intratteneva rapporti d’affari con il capo mafia Messina Denaro.
  • complicità con la criminalità finanziaria: il Vaticano è direttamente responsabile “di uno dei più colossali scandali della storia economica internazionale”, il fallimento del Banco Ambrosiano. Chiunque, se raccomandato dal prelato giusto, può arrivare nella sede dello IOR con una valigia piena di euro che poi svaniranno nel nulla in quanto questa banca non aderisce ad alcuna norma internazionale in materia di controllo di movimenti di capitali. Anche il cattolico Lussemburgo, definito nel testo “una fortezza dell’Opus Dei”, è un crocevia della criminalità finanziaria internazionale.
  • omicidi e finti suicidi: il Vaticano aveva tutto da guadagnare dalla morte di Calvi cui era stata fatta sottoscrivere “una morte a credito” da dirigenti dello IOR: Calvi cercò più volte di coinvolgere il Vaticano nei suoi processi: con la sua morte il papato ha tolto di mezzo un potenziale accusatore. Il testo smonta la tesi del suicidio di Calvi, avanza dubbi sul suicidio della sua segretaria, volata dalla finestra il giorno dopo.
  • attività spionistiche: lo stesso papa Paolo VI fu al soldo dei servizi segreti USA come testimoniato anche dal fratello di Calvi. Marcinkus collaborava con la CIA per finanziare Solidarnosc all’insaputa della stessa segreteria di Stato vaticana.
  • corruzione di minorenni: nel testo si accenna alla copertura delle responsabilità di preti pedofili in tre casi di abusi sessuali in USA.
  • attività guerrafondaia: il Banco Ambrosiano, il cui vero proprietario era il Vaticano stesso, finanziò la marina da guerra argentina e si interessava di traffico d’armi in Libano.
  • clerico-fascismo: l’ex-repubblichino Licio Gelli, artefice della strategia della tensione e fautore di trame eversive neofasciste era, per l’autore, uno stabile punto di riferimento del Vaticano. La P2, diretta da Gelli, approfittò del Banco Ambrosiano arraffando enormi capitali che servirono, sia in Italia sia nel mondo, a sostenere partiti e governi di destra.
  • corruzione della magistratura:il testo riporta una lettera di Calvi in cui accusa settori della magistratura di essere al soldo dei politici filo-clericali Andreotti e Piccoli.
Piero Marazzani, ottobre 2006

***

Dossier Dell’Utri

(Indagini, testimonianze, riscontri: la requisitoria dell’accusa al processo di Palermo a carico di Marcello Dell’Utri, condannato per concorso in associazione mafiosa)

Kaos Edizioni, Milano, 2005, pagine 871, euro 28,00.

Il testo contiene autorevoli conferme sulle connivenze del cattolicesimo italiano con la criminalità organizzata:

  • la DC era in strettissimi rapporti con la mafia che regolarmente faceva campagna elettorale per lo scudo crociato in cambio di sentenze addomesticate, appalti lucrosi, assunzioni compiacenti. Le protezioni politiche erano giunte al punto da rendere la mafia una protagonista occulta della storia d’Italia, caso unico in Europa. All’interno delle varie correnti vi erano dei tradizionali referenti, Andreotti in primis. Alla fine però il rapporto si incrina a causa delle aspettative tradite in ordine all’esito del maxiprocesso antimafia.
  • si conferma il ruolo di pericoloso criminale di Enrico De Pedis detto Renato, glorificato dal Vaticano con una prestigiosa tomba in una centralissima basilica romana.
  • tutti i mafiosi sono cattolicissimi, perennemente impegnati in battesimi, cresime, matrimoni e feste religiose.
  • personaggi contigui alla mafia erano in rapporto con autorevoli esponenti del Vaticano e forse non per caso la moglie di Marcello Dell’Utri, Miranda Ratti, ha lo stesso cognome di papa Pio XI, al secolo Achille Ratti.
  • un esponente dell’aristocrazia nera romana, il principe Domenico Napoleone Orsini, discendente di famiglia papale, era in contatto con Dell’Utri il quale nega perfino l’evidenza delle sue agende e dei tabulati telefonici dichiarando di non conoscerlo.

Evidentemente Dell’Utri cerca in ogni maniera di tenere fuori il Vaticano dal suo processo per non fare la fine di Calvi e di Sindona.

Forza Italia ha sostituito la DC come principale referente filo-clericale in Italia ereditandone le complicità criminali. Non a caso viene scelto Dell’Utri per organizzare nel 1994 questo aprtito su tutto il territorio nazionale: è laureato all’Università Cattolica di Milano, è esponente dell’Opus Dei, aveva ad un certo punto deciso di andare a studiare teologia in Spagna, sua moglie omonima/parente di un papa. Forza Italia fu creata a seguito di una scelta strategica di Totò Riina che desiderava un partito filo-clericale nuovo che aiutasse sottobanco la mafia. E chi meglio di Dell’Utri, da anni ambasciatore della mafia presso la Fininvest di Berlusconi, poteva realizzare questo progetto?

Del resto l’accordo con la mafia è una costante della destra italiana dai tempi di Salvatore Giuliano che compì la strage di Portella della Ginestra in accordo con monarchici e fascisti, fino al golpe Borghese per il quale erano stati presi accordi con mafia, camorra e criminali calabresi.

Piero Marazzani, novembre 2006