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Palazzo Rosati-Azzolino a Fermo

Autori Vari
Palazzo Rosati-Azzolino a Fermo
(arte, storia, cultura tra XVI e XXI secolo)
Andrea Livi Editore, Fermo, 2020, pagine 159, s.i.p.
Saggio storico-artistico corredato da ampia bibliografia, bellissime foto a colori
e in bianco-nero, mappe varie e Indice dei Nomi.
La storia di questo palazzo di origine rinascimentale è l’occasione per riferire al
lettore, curioso di vicende culturali, interessanti avvenimenti che pochi
conoscono relativi a questa città sottoposta alla monarchia assoluta pontificia.
Infatti nel 1648 i fermani “si sollevarono in armi e uccisero il vicegovernatore
papale Uberto Maria Visconti” e altri militari e funzionari pontifici, ma ben
presto giunsero da Roma i mercenari papali che giustiziarono per vendetta ben
“trentanove persone, fra nobili e popolani”.
La figura del cardinal Decio Azzolino il Giovane (1623-1689) è ben trattata nel
libro, soprattutto a proposito dei suoi rapporti con la regina Cristina di Svezia,
apostata del luteranesimo (1626-1689), una bisessuale godereccia passata alla
Storia anche per i suoi “intrighi galanti”.
Il testo accenna anche alla “papessa Olimpia Maidalchini” “avida e intrigante”
cognata di papa Innocenzo X. Tali intrighi spesso sfociavano in vere e proprie
congiure con sospetti venefici e relative morti improvvise di prelati ancora
giovani: ad esempio il cardinal Decio Azzolino il Vecchio “morì giovane, solo
dopo ventun mesi di cardinalato” aveva 38 anni.
Ma è soprattutto l’assassinio dell’arcivescovo Giambattista Capranica nel 1484 a
colpire il lettore che su treccani.it, alla voce relativa a tale prelato,
viene a sapere di talune nefandezze anche erotiche attribuitegli. Insomma, alla
fine i familiari delle sue presunte vittime lo ammazzarono a Fermo innescando
la sanguinosa vendetta della famiglia romana dei Capranica contro i fermani.
Può interessare anche la vicenda dell’istituzione di una biblioteca pubblica a
Fermo in cui si scontrarono ecclesiastici di idee più o meno aperte all’istruzione
popolare: mentre i reazionari padri domenicani “non volevano che l’accesso alla
libreria fosse reso pubblico” altri preti e laici si impegnarono in tale impresa e
dopo decenni finalmente la biblioteca fu aperta nel 1705.
Infine anche a Fermo esisteva una specie di razzismo monastico nobiliare, ben
noto a chi studia la storia della chiesa cattolica, poiché era aperto “un monastero
di monache nobili”: le novizie borghesi e popolane non erano mai ammesse!
Pierino Marazzani, marzo 2022