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L’ergastolano

Paolo Morando
L’ergastolano
(La strage di Peteano e l’enigma Vinciguerra)
Editori Laterza, Bari, 2022, pagine 284, euro 18,00
Saggio storico corredato da precise e accurate fonti bibliografiche e
archivistiche, Indice dei Nomi. Il testo è privo di foto, illustrazioni e
riproduzione di documenti.
Da segnalare la continua presenza nel libro del defunto ex segretario del
MSI, il clerico-fascista-razzista Giorgio Almirante, citato in 15 pagine del
testo: fu anche amnistiato per un reato politico di favoreggiamento.
Attentati e depistaggi “hanno sempre riguardato servizi segreti italiani e
americani” e il famoso Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, i
quali senza scrupoli non hanno esitato a far uccidere da mafia e brigatisti
perfino magistrati, singoli carabinieri e i poliziotti delle scorte. In
particolare per la strage di Peteano del 1972 un generale dei carabinieri
defunto, l’ufficiale piduista Palumbo, fu identificato come “unico
responsabile dei depistaggi” ma secondo l’Autore è ovvio che “non può
agire da solo”.
Sulla base di alcune sentenze l’Autore ritiene credibile che l’associazione
neofascista di Ordine Nuovo fosse “sorretta dai servizi di sicurezza della
NATO”. Urge quindi che tale organizzazione si decida una buona volta ad
aprire agli storici i suoi archivi risalenti almeno al 1973 poiché dopo 50
anni ogni esigenza di segretezza militare non ha più senso.
Il testo riconferma l’enorme potere che aveva l’ex ufficiale repubblichino
Licio Gelli di cui sono noti i rapporti col Vaticano e Andreotti. La DC
“aveva una coincidenza di propositi” con Ordine Nuovo, pur sapendo
benissimo che tale gruppo politico aveva fini del tutto estranei alla
Costituzione che essa stessa aveva firmato. Sono citati numerosi
personaggi coinvolti con lo stragismo che negli anni ’70 si rifugiarono
nella clerico-fascista Spagna di Franco.
Il testo conferma che la magistratura era infiltrata da gente di destra: “la
Procura generale di Venezia era tutta affidata a gente di destra”. Un
sostituto procuratore era “amico dei fascisti che stavo indagando” ecc.
Infine il libro segnala due sospetti casi di veneficio collegati alle trame
nere : il maresciallo Giuseppe Napoli, l’impiegato della Prefettura di
Trieste Mauro Roitero.
Giugno 2023