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Il Vecchio e il Nuovo Testamento

T. Peyrani
Il Vecchio e il Nuovo Testamento
Editrice La Fiaccola, Ragusa, 1961, pagine 34, s.i.p.
Breve opuscoletto di propaganda atea, antireligiosa e anticlericale,
edito a cura del coraggioso e perseguitato dalla magistratura
Franco Leggio (1921- 2006), incentrato su una puntuale,
ragionata, sintetica, contestazione della Bibbia. L’Autore dà un
taglio polemico-satirico alle sue considerazioni senza risparmiare
nemmeno Maria madre di Gesù.
La Bibbia presenta un infinità di affermazioni smentite dalla
scienza e comunque del tutto illogiche, come ad esempio
l’insistenza sul numero 40: “Come vedete non si parla mai di 39 o
41, ma sempre di 40”!?
Le contraddizioni di Gesù, preteso figlio di Dio onnipotente, ma
descritto in certi passi evangelici come un poveraccio che fugge o
viene crudelmente perseguitato, sono ben descritte: “lo capisce
anche un bambino”.
Il cristianesimo non è altro che il frutto della subdola propaganda
degli apostoli “abbastanza furbi” da rielaborare a modo loro il
messaggio evangelico per ingannare “quelli che erano lontani e
che non potevano essere perfettamente a giorno del come le cose
erano successe” veramente.
L’opuscolo finisce con alcune brevi pagine tratte da “Dio non
esiste” di Sebastian Faure (1858-1942).
L’Autore sostiene che il Dio cristiano è “un Iddio senza giustizia”
per cui è meglio pensare a come fondare “una giustizia senza Dio”
e “una filosofia senza Dio”.
Il cristianesimo è solo una “deprimente venerazione” per cui si fa
appello al popolo affinché si “cessa dalle preci poiché le preci
sono impotenti”.
Pierino Marazzani, febbraio 2022